Un caso di ‘mala scuola’ su cui riflettere
Su ‘la Repubblica’ di oggi, con una lettera, la signora Heike Friedrich di Padova racconta un episodio di ‘mala scuola’ sul quale occorre che chi di competenza rifletta.
Leggete il suo racconto: “A proposito di bocciature per runa sola materia, vi sottopongo la mia triste esperienza. La scuola, Liceo Artistico Modigliani di Padova, ci chiama una mattina alla fine delle vacanze e la segretaria mi riferisce che mia figlia non è stata ammessa alla classe successiva. In un attimo mi passa davanti la delusione di mia figlia, le ripetizioni durante le vacanze, la soddisfazione per i bei voti ottenuti, e poi la vergogna del fallimento”.
“Il giorno dopo – racconta la signora – mi prendo un giorno di ferie per recarmi a scuola e per capire cosa è successo, per parlare con qualcuno, che mi potesse dare delle spiegazioni e un supporto di qualsiasi genere (per me e per mia figlia). Trovo un preside, spazientito, che non ha né tempo e né voglia di interessarsi del caso e demanda la sua vice ad occuparsi di me. Mi sembra assurdo pensare che basta una sola materia insufficiente e per il resto la media del 7, per essere bocciati”.
“Sono molto amareggiata – conclude la signora Friedrich – perché non ho nemmeno avuto la possibilità di parlare con gli insegnanti. Mia figlia, adesso, torna a casa depressa, si chiude in casa e piange. Io come mamma soffro da morire, ma forse non ancora abbastanza almeno secondo un preside che non ha né tempo né voglia di parlare con me”.
Il Ministro Gelmini legga anche questa lettera per farsi un’idea vera della scuola italiana. E’ vero: sarà un caso limite. Ma è dai casi limiti che si comincia. La Costituzione italiana insegna.
Una vera riforma del mondo della scuola non può non partire dal conciliare i tempi ed i modi della scuola con quelli di vita e del lavoro dei genitori e deve aiutare le famiglie a migliorare e integrare ciò che la scuola non riesce a fare o fa male, senza ‘caricare’ oltremodo la famiglia di ulteriori problemi.