Lavoro, 3 morti al giorno

Tre morti al giorno, 27 permanenti invalidi in 2.500 incidenti. Sono queste le drammatiche cifre rese note oggi dall’Anmil, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro, nel giorno della 58esima giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro, che ricordano come, sulla base dei dati Inail, le ‘morti bianche’ nello scorso anno siano state circa 1.200.

“Un numero inaccettabile – precisa l’Anmil – per un Paese civile, che testimonia la persistente gravità del fenomeno infortunistico, che resta una delle principali cause di morte e che provoca quasi il doppio dei decessi rispetto agli omicidi”.

“La giornata di oggi – ha detto il presidente dell’associazione Pietro Mercandelli – vuole essere “una occasione fondamentale per denunciare le drammatiche condizioni di vita degli oltre 800mila invalidi del lavoro e dei quasi 130mila superstiti di caduti sul lavoro, tra vedove ed orfani”.

Secondo l’Anmil “è necessario arrestare il progressivo deterioramento dei livelli di tutela indennitaria, interrompendo la deriva assistenzialistica verso cui il sistema si sta spingendo negli ultimi anni”.

“Il problema principale – spiega l’Associazione – è che i titolari di rendita attendono dal 2000 il semplice adeguamento Istat delle loro prestazioni, con una perdita del valore economico del 16%. Basti pensare – ricorda l’Anmil – che una vedova percepisce in media una rendita di appena 700 euro al mese”.

L’Anmil “si impegna a non abbassare la guardia chiedendo nell’immediato alcuni ritocchi parziali ma significativi a questo sistema”, promuovendo “una proposta di legge di iniziativa popolare per un nuovo testo unico sull’assicurazione infortuni che sostituisca l’attuale anacronistica normativa risalente al 1965”.

L’Anmil, inoltre, porterà avanti una attività di rivendicazione affinché gli infortunati sul lavoro “possano godere di tutte le cure necessarie per il recupero dell’integrità fisica e della capacità lavorativa oltre che dell’altrettanto fondamentale sostegno psicologico”.

Quinews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *