L’articolo 5 della ‘Legge Gelmini’ in odor di ‘conflitto di interessi’

Tra le pieghe del ‘decreto Gelmini’ approvato questa mattina al Senato, all’articolo 5, si nasconde una nuova normativa in odor di ‘conflitto di interessi’. L’articolo 5, infatti, stabilisce che ‘L’adozione dei libri di testo avviene nella scuola primaria con cadenza quinquennale e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, a valere per i successivi sei anni”. Secondo gli addetti ai lavori, ciò significa che molte case editrici rischiano di fallire, con una perdita di posti di lavoro stimata nell’ordine di diverse migliaia.

Quale è la ratio del provvedimento? “L’idea – scrive il quotidiano – nasce dalla volontà di contenere i costi per le famiglie che hanno figli in età scolare: è noto che quella per i libri di testo è una spesa piuttosto onerosa”.

“Ed ecco – precisa l’Unità – da dove viene il nuovo possibile ‘conflitto di interessi’. Il mercato del libro scolastico in Italia è diviso, grosso modo, a metà: da una parte case editrici che producono esclusivamente libri scolastici (Palumbo, Zaichelli, Principato, Sei, La Scuola, ecc.); dall’altra 4 gruppo editoriali che fanno anche, ma non solo, libri scolastici (person, Rcs, Mondadori e De Agostini). A pagare i costi maggiori del provvedimento sarebbero ovviamente gli editori scolastici ‘puri’, cioè quelli che non hanno quelle altre attività (libri di ‘varia’, giornali, attività finanziarie, ecc.) che coprono le spalle ai quattro gruppi più grossi. Lo scenario che si proietta è dunque quello della fine dell’editoria scolastica pura, a vantaggio delle grandi concentrazioni editoriali, che finirebbero per accaparrarsi tutto il mercato. Con un grosso danno per il pluralismo delle idee, elemento così importante a scuola”.

“…in Mondadori Education – continua ‘l’Unità’ – che fa capo alle aziende di famiglia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, confluiscono una quindicina di marchi (tra gli altri, Einaudi Scuola, Signorelli, Electa, Le Monnier, Minerva, Poseidona), alcuni dei quali acquistati di recente. Si capisce dunque su cosa si fonda il timore di un nuovo conflitto di interessi: se anche il vantaggio per le aziende del Cavaliere non è la molla prima del provvedimento Gelmini, ne sarebbe comunque una diretta conseguenza”.

“Tra l’altro – denuncia ‘l’Unità – c’è chi ha criticato, da parte dell’Aie (l’associazione italiana degli editori), lo scarso impegno a contrastare questa prospettiva: a parte una blanda critica di rito, non sarebbero state messe in atto iniziative di mobilitazione. Come mai una linea tanto soft? Qualcuno ci fa notare che il presidente del ‘Gruppo editoria scolastica’ dell’Aie è Enrico Greco, amministratore delegato di Mondadori Educational: guarda caso proprio il gruppo di Berlusconi”. …

Edgardo Fulgente

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