Calcio, le pepate confessioni di Cassano

“Se quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore, comunque un delinquente. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda… Non ho mai lavorato. Anche perché non so fare nulla…

Con gli allenatori ho litigato con tutti… Del Neri? Non si capiva un cazzo di quel che diceva. Gentile lo detestavo. Capello? L’ho ascoltato come se fosse la Verità, e l’ho considerato più falso di una moneta da 3 euro… Spalletti? Abbassava la musica in palestra e io: “L’abbiamo sempre sentita la musica. Alta”. Lui torna e abbassa il volume. Allora mi incazzo: “Mica stai allenando quelle schiappe che avevi all’udinese, questa mica è casa tua, questa è casa mia”… Ho avuto tra 600 e 700 donne, una ventina delle quali appartengono al mondo dello spettacolo… Non ho mai fatto cilecca, a meno che per cilecca non si intenda appunto essere veloci e pure un po’ egoisti… Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le sei la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo…

In Spagna, avevo un cameriere amico: mi portava 3 o 4 cornetti dopo aver trombato. Portava i cornetti sulla scala, io accompagnavo quella là e facevamo lo scambio: lui prendeva la tipa, io mi sfondavo di cornetti. Sesso più cibo: la notte perfetta”. E’ quanto rivela Antonio Cassano, il fantasista della Sampdoria, nel suo libro “Dico Tutto”, biografia scritta con Pierluigi Pardo, in uscita il 19 novembre prossimo, per Rizzoli.

Quinews

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