Cresce la disoccupazione nel mondo
In una sola settimana, l’elenco delle società che annunciano tagli di posti di lavoro si allunga: PSA Peugeot-Citroën, Rolls-Royce, AstraZeneca, Air New Zealand, Pepsi imbottigliamento e la società mineraria Freeport-McMoRan di rame e oro, 200 posti di lavoro presso Air New Zealand, 52000 a rischio per Citigroup, la disoccupazione è in aumento in tutto il mondo.
I governi che erano riluttanti a spendere denaro pubblico per salvare le banche si troveranno ad affrontare la pressione della crescente disoccupazione ed allo stesso tempo avranno problemi di cassa in quanto aumenta la spesa pubblica, mentre le entrate fiscali diminuiscono.
Sintomatico dello sconvolgimento economico la frantumazione e la spesa dei consumatori che coinvolge le imprese praticamente in ogni settore, a sua volta, si rischia di aumentare le perdite sui crediti finanziari alle imprese con l’aumento della disoccupazione e conseguente diminuzione del credito al consumo. Negli Stati Uniti le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono in aumento e per gli economisti sembrano destinati a peggiorare nei prossimi mesi, con una previsione del tasso di disoccupazione al 9 % entro la fine del prossimo anno, a partire dall’attuale livello del 6,5%.
Il rapido deterioramento del mercato del lavoro esercita una pressione sui governi, Barack Obama, il Presidente eletto degli Stati Uniti, ha detto che un pacchetto di stimolo è una priorità assoluta.
Al settore automobilistico statunitense servono 25 miliardi di dollari per salvare i posti di lavoro. In Gran Bretagna dovrebbero essere varate delle agevolazioni fiscali e aiuti per le famiglie e le piccole imprese come parte di un pacchetto di stimolo che può raggiungere i 22 miliardi di €uro
La Cina ha già promesso di spendere 500 miliardi di dollari per sostenere la propria economia, mentre la Germania e la Spagna hanno proposto un po’ di più di 100 miliardi. Altri 300 miliardi di dollari di spesa negli Stati Uniti porterebbe il totale vicino a quello 1,2 trilioni di dollari cifra definita dal Fondo monetario internazionale quale adeguato stimolo a livello mondiale nell’ordine del 2 per cento del PIL.