Travaglio: “La tv non conta. Infatti…”
“L’altra sera, presentando a ‘Parla con me’ il suo libro su Berlusconi, il vicedirettore di ‘Repubblica’ Massimo Giannini spiegava che il Cavaliere non vince grazie alle tv. Vince perché l’Italia è di destra. E’ una teoria molto in voga negli ambienti ‘terzisti’ e ‘riformisti’, cara ai Pigi Battista e ai Francesco Merlo. Sarebbe interessante conoscere il loro illuminato parere sil punto in questi giorni, mentre la politica è paralizzata da un paio di settimane dalla corsa a una poltrona inutile, quella del presidente della Vgilanza Rai (carica che spetta all’opposizione, dunque a un uomo di minoranza); e mentre non passa giorno senza che Al Tappone se la prenda con ‘le televisioni’ (che peraltro controlla per cinque sesti), colpevoli di “parlare sempre di crisi”, “diffondere ansia e allarmismo”, “prendermi per il culo”, visto che “i conduttori si mettono d’accordo per insultarmi e attaccarmi”.
Chi pensa che la tv sia decisiva per orientare i consensi (almeno la quota che, in un paese spaccato a metà, fa pendere la bilancia da una parte o dall’altra), per dire la verità o racontare frottole, per rilanciare o sbugiardare le balle del potere, trova in quel che sta accadendo intorno alla Rai, in vista dell’ennesima lottizzazione, una decisiva conferma alle proprie convinzioni. I Giannini, i Merlo e i Battista potrebbero spiegarci come mai, se davvero la tv non sposta voti e non influenza le elezioni, tutti i partiti parlano solo di Vigilanza e di tv, e seguitano a bivaccarvi in pianta stabile dalle previsioni del tempo al segnale orario. Dev’essere perchè la tv non conta, ma i politici non lo sanno”. E’ quanto scrive il giornalista Marco Travaglio, oggi, su ‘l’Unità’, nella sua rubrica quotidiana ‘Zorro’.