Travaglio: “Quando Al Tappone oscurò le sue tv, dando la colpa ai pretori con gli spot”
“C’è uno strepitoso contrappasso, negli spot con cui Murdoch, detto lo Squalo, bombarda il governo dell’ex amico Caimano dagli schermi di Sky.Gli spot ricordano quelli trasmessi dalla Fininvest ogni qual volta Al Tappone sentiva minacciata la sua bottega. Cominciò nell’83, quando tre pretori bloccarono l'”interconnessione” che consentiva alle emittenti regionali dei suoi tre network di trasmettere in contemporanea in tutt’Italia con l'”effetto diretta”, purtroppo vietato ai privati e riservato alla Rai. Il magliaro di Arcore oscurò le sue tv, addossando la colpa ai pretori a suon di spot, mentre l’amico piduista Maurizio Costanzo allestiva piagnistei in diretta (“Vietato vietare”, un programma di vita).
Craxi varò due decreti ad hoc per legalizzare l’illegalità dell’amico Silvio.Nel 1995, alla vigilia dei referendum per l’antitrust su tv e pubblicità, riecco i lugubri spot su sfondo nero per spaventare la gente: “Canale5, Rete4, Italia1: meglio che ci siano”. Mai referendum non volevano abolirle: semplicemente lasciare una sola tv a ciascun soggetto privato e ridurre gli spazi pubblicitari.Il Garante Santaniello ordinò alla Finivest di interrompere e rettificare gli spot “inesatti e ingannevoli”. Fininvest si oppose dinanzi al Tribunale di Roma, che però le diede torto, ordinando la sospensione della teleballa. Ma il bombardamento proseguì in tutti i programmi del Biscione, con le varie star mobilitate: Sgarbi, Rita Dalla Chiesa, Zanicchi. Alla fine il Caimano vinse pure i referendum.Ora lo Squalo lo ripaga della stessa moneta.Con una lieve differenza: gli spot di Sky dicono la verità”. E’ quanto scrive oggi Marco Travaglio su’l’Unità’, nella sua rubrica quotidiana ‘Zorro’.