Dal 2010 attiva la banca dati del DNA bocciata dalla Corte europea
La sentenza unanime della Corte europea dei diritti umani ombrinali arresta la rapida espansione della banca dati del DNA in Gran Bretagna ritenendo che la conservazione dei profili e le impronte digitali di più di 850.000 persone innocenti è stato illegittimo. La banca dati della Gran Bretagna del DNA contiene i profili di 4,3 milioni di persone che sono state arrestate dalla polizia in connessione con la registrazione di reati che comportano la potenzialità del carcere. I giudici hanno stabilito che l’indiscriminato mantenimento dei campioni di DNA degli indagati, costituiva una sproporzionata interferenza con il diritto al rispetto della vita privata e non può essere considerata una misura necessaria in una società democratica.
Una probabile soluzione può essere quella di adottare il sistema vigente in Scozia, dove i campioni di DNA e impronte digitali di persone arrestate sono in relazione a gravi reati sessuali e violenti e possono essere conservati solo per un periodo di cinque anni.
In Italia il Ministro Maroni annuncia di voler attivare dal 2010 la banca dati del DNA che sostituirà il sistema di rilevazione dell’identità attraverso le impronte digitali, così da poter vantare di essere tra i primi paesi in Europa ad attivare questo sistema di attivazione.