L’Italia ha paura
CENSIS. Di fronte alla crisi internazionale l’Italia versa in uno stato di “panico generalizzato”: è questa, in estrema sintesi, la fotografia del nostro Paese che emerge dal ‘Rapporto 2008’ del Censis, giunto alla sua 42esima edizione. Un panico affiancato “dal proliferare di tante piccole e medie paure collettive”, per gli immigrati e i rom, per le rapine, per gli incidenti stradali causati da droghe e alcol, per il precariato.
Un Paese segnato dalla crisi, rispetto alla quale gli italiani però mostrano di non avere ancora una “consapevolezza collettiva”. Una società “mucillaggine” – il Censis riprende la metafora già usata nel Rapporto 2007, ovvero “un insieme di singoli organismi elementari che vivono uno accanto all’altro senza forza e futuro” – caratterizzata dalla “strisciante fragilità della struttura socioculturale”. Ma, in un questo quadro negativo, emerge, secondo il Censis, una nuova possibilità: “Quella che stiamo vivendo – afferma il presidente Giuseppe De Rita – è una crisi non banale, non è una delle tante, e se ne può uscire con una grande metamorfosi, che probabilmente è già in atto, anche se non ce ne siamo accorti”.
Le famiglie italiane sono navigano in acque sempre peggiori, e sono milioni quelle a rischio di fallimento economico: “Ben il 71,7% degli italiani pensa che il terremoto in corso nei mercati possa avere delle ripercussioni dirette sulla propria vita, mentre solo il 28,3% dichiara di poterne uscire indenne”, sottolinea il rapporto.
“Una sensazione che colpisce trasversalmente il corpo sociale: giovani e anziani, uomini e donne, al Nord come al Centro e al Sud del Paese. Ma che risulta avvertita più profondamente da quei segmenti già duramente messi alla prova in questi ultimi anni, come le famiglie a basso reddito e con figli”.
“Il 62,2% degli italiani teme di doversi trovare nelle condizioni di non poter far fronte alle esigenze di cura personali o di un familiare”, prosegue. “Più della metà (60,5%) indica, al terzo posto tra i possibili effetti del credit crunch, la perdita dei propri risparmi. E, a seguire, la paura di non riuscire a pagare il mutuo per l’abitazione (il 44,5% degli italiani che hanno contratto un mutuo) o le rate per acquisti effettuati tramite forme di credito al consumo (il 43% di quanti hanno effettuato acquisti rateali)”.
Anche l’idea di doversi indebitare nel futuro “è fonte di angoscia, se ben il 32,6% degli italiani teme di essere costretto a farlo nel breve periodo. Infine, preoccupa l’idea di perdere il lavoro, considerato che il 38,8% degli occupati considera la propria occupazione a rischio: una percentuale che sale al 64,7% tra i lavoratori flessibili, al 54,1% tra gli operai e al 44,3% tra chi ha meno di 30 anni”.