Federalismo fiscale: la Sicilia chieda asilo economico alla Libia
Nelle prove di federalismo fiscale all’italiana l’evoluzione di questi mesi aumenta le preoccupazioni sulla tenuta unitaria del sistema.
L’Art. 3 del Dl anticrisi del Governo al comma 12 recita: “Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto-legge, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, su proposta del gestore della rete di trasmissione nazionale, suddivide la rete rilevante in non più di tre macro-zone.”
Se viene attuata una suddivisione in macro-zone è bene valutare i differenti prezzi dell’energia pagati dai grossisti alla borsa elettrica, per il momento per i privati il sistema delle tariffe è gestito unitariamente dall’Authority dell’energia elettrica, ma una privatizzazione ulteriore con libera concorrenza potrebbe aprire uno scenario ben diverso, e siccome dei “maestri” hanno suggerito che a pensar male “ce s’azzecca”, perché prima o poi gli aumenti ai gestori si ripercuotono sui consumatori: famigli ed imprese.
L’enorme importanza dei differenti prezzi dell’energia fra le varie parti del Paese sono un elemento fondamentale sullo sviluppo, ed oggi sulla ripresa dell’economia, il prezzo medio d’acquisto dell’energia nella borsa elettrica nel 2008 è stato pari a 86,99 €uro/MWh con un sensibile aumento di 16,01 €uro/MWh, ossia un +22,5% rispetto all’anno precedente.
Il Nord ha registrato un prezzo di vendita di 82,92 €uro/MWh, più basso della media grazie ad una maggiore concorrenza tra gli operatori.
Il Centro Nord dal Nord ha recuperato, passando da una precedente differenza di 4 €uro a 2 €uro e pagando 84,99 €uro/MWh.
Meno bene le regioni centro meridionali del Paese che pagano 5 €uro in più rispetto al Nord, ma è sempre un solo €uro rispetto alla media nazionale, ossia 87,99 €uro a fronte di 86,99 €uro/MWh.
Considerare la realtà delle isole è preoccupante e se la Sardegna paga 91 €uro, ossia “solo” 4 €uro più della media nazionale, e ben 8 €uro/MWh più del Nord, quando parliamo della Sicilia dobbiamo prendere il cappello in mano e darci da fare, il prezzo di vendita registrato l’anno scorso parla di 119,63 Euro/MWh, ben 32,64 €uro più della media nazionale e 36,71 €uro/MWh più del nord, quindi la Sicilia è fuori dal sistema produttivo, come può competere se solamente l’approvvigionamento energetico costa circa un 45% in più del Nord? E non dimentichiamo l’aumento complessivo del 22.5%, in definitiva in Sicilia l’energia elettrica arriva a costare in un solo anno quasi il 69% in più rispetto alla media nazionale dell’anno prima.
Se permangono queste condizioni, nello specifico se non si attuano variazioni al testo oramai in approvazione definitiva, è pensabile per la Sicilia una richiesta d’asilo economico alla Libia.
La Lega ha fatto esperienza della scomparsa dei partiti piccoli dal Parlamento e memore di quando non raggiunse il 4% difficilmente arretra, il federalismo fiscale è l’essenza della propria esistenza.
La Lega non può permettersi nessuno scivolone o perdita di consensi e contemporaneamente deve stare attenta al consolidamento del Pdl come partito unico ed alle leggi elettorali, è prossima la partita delle europee.
La Sicilia regione a Statuto Speciale con l’autonomia ha goduto di una massa di trasferimento pubblico d’enormi dimensioni che vanno al di là del proprio gettito fiscale ordinario.
Con il federalismo fiscale, la Regione siciliana non potrà più pagare le proprie clientele e neppure le spese d’ordinario funzionamento.
La questione economica è talmente complessa e difficilmente risolvibile in modo indolore.
Politicamente il Pdl siciliano e nazionale dovrà giustificare al proprio elettorato l’enorme taglio finanziario, la scomparsa delle risorse, giuste o sbagliate, che permettevano alla Regione siciliana il benessere dei propri amministratori e dei loro omologati.
Collegare a quanto detto la scelta e l’elezione a Presidente della Regione siciliana di Raffaele Lombardo è naturale.
Il dubbio che il neo Presidente e il Mpa appositamente creato abbiano l’ottima possibilità di diventare un “capro espiatorio” tende verso la certezza.