Travaglio: “E’ troppo chiedere che l’opposizione abolisca per sempre la parola dialogo?”
“Alla fine, buon ultimo, con una quindicina d’anni di ritardo, è arrivato anche il Corriere della sera. Il giornale vicediretto da Pigi Battista, che ancora giovedì sera ad Annozero domandava allibito: “Siamo forse un paese a sovranità limitata?”. Gli ha risposto Antonio Tabucchi, che vivendo tra Parigi e Lisbona riesce a cogliere meglio l’anomalia italiana, e ha ricordato lo spaventoso conflitto d’interessi berlusconiano. Che non dipende soltanto dal possesso di tv, giornali, banche, assicurazioni e tutto il resto. Ma dal fatto che Silvio Berlusconi è incompatibile con la Costituzione.
Ieri il Corriere ha scritto che il premier è andato “oltre ogni misura” definendo “sovietica” la Costituzione sulla quale ha giurato. Ma l’aveva già detto a Torino il 12 aprile 2003: solo che all’epoca tutti fecero finta di niente. Come sempre. Come quando, tre mesi dopo, il Cavaliere iniziò a violentare la Carta col lodo Maccanico-Schifani, proseguendo poi col falso in bilancio, col decreto salva-Rete4 (che, come quello contra Eluana, cancellava la sentenza del 2002 della Consulta su Rete4, ma fu frettolosamente firmato dal capo dello Stato), con la legge Pecorella che aboliva l’appello solo per i pm, con la devolution concepita in una baita del Cadore, e ultimamente con il dolo Alfano, con l’ennesima controriforma della giustizia e con la porcata sulle intercettazioni.
Una guerra quotidiana alla divisione dei poteri, cambiando le leggi a propria immagine e somiglianza. Sono 15 anni che Berlusconi, ogni giorno che Dio manda in terra, va “oltre ogni misura”. E se – come scrive il Corriere – siamo a “uno dei più duri scontri istituzionali del dopoguerra repubblicano”, dipende esclusivamente dal fatto che solo oggi il caudillo di Arcore s’imbatte in un No chiaro e netto del Quirinale. Le altre volte l’han sempre, o quasi, lasciato fare. Per quieto vivere, nella speranza che fosse l’ultima volta. Invece era sempre la penultima.
Vedremo se questa sarà finalmente l’ultima. Ma c’è da dubitarne. Nemmeno stavolta il Corriere trae dalla svolta eversiva del premier le dovute conseguenze (quelle tratte da Scalfari, che evoca la svolta autoritaria mussoliniana del 3 gennaio 1925) e torna a indossare i panni del pompiere: “auspica” una “ricucitura”, per “ricreare un clima meno tempestoso tra Palazzo Chigi e Quirinale” e “sanare una grave fattura tra le istituzioni”.
Questa maledetto vizio di presentare gli attacchi berlusconiani alla Giustizia e alla Costituzione come “scontro fra poteri” non fa che il gioco di Berlusconi. Perché qui non c’è nessuno “scontro”. Qui c’è un signore che da 15 anni aggredisce e qualcun altro che ogni tanto, troppo raramente, difende le istituzioni aggredite.
Berlusconi non fa cose incostituzionali: è lui, ontologicamente, incostituzionale. Un’opposizione degna di questo nome avrebbe già occupato il Parlamento in segno di protesta. E’ troppo chiedere che, almeno, la nostra opposizione abolisca per sempre la parola “dialogo”?”. E’ quanto scrive Marco Travaglio su l’Unità, nella sua rubrica settimanale “Ora d’Aria”.