Testamento biologico, Bagnasco: “Ai più deboli acqua e cibo”
“Come in economia i parametri si misurano a partire dalle condizioni di chi sta peggio e non possiede nulla, così nel campo della bioetica e della biopolitica si garantiscono i diritti di tutti, a partire dal rispetto dei diritti dei più indifesi”. E’ quanto affrma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana che, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, fa un paragone con il caso di E. E., in cui acqua e cibo “non si possono considerare terapie straordinarie”.
Sulla stesura di un testo normativo sul fine vita, Bagnasco auspica che sia frutto di un “confronto pacato e mirato” perché “la società intera, per essere veramente civile – aggiunge il cardinale – è chiamata a farsi carico in modo radicale e fedele della vita di tutti, senza derive eutanasiche”.
Sulla crisi economica, Bagnasco spiega che la Chiesa ha deciso di istituire un fondo di garanzie per le famiglie in difficoltà che si aggiunge alla “colletta” che già si fa in tutte le diocesi. E sulla questione del Mezzogiorno aggiunge: “Da una evangelizzazione più incisiva scaturisce una cultura capace di aderire alla realtà, con i suoi problemi e le sue sfide”, da qui la necessità di “un’educazione integrale”.
Quanto alla nuova legge sull’immigrazione, Bagnasco ricorda le due necessità a cui occorre rispondere: “l’accoglienza, che da sempre ha caratterizzato l’Italia, e la necessità di legalità”.