Roma ‘manifesti’, il diverso sentire
In questi giorni Roma è tappezzata da manifesti che esprimono un diverso sentire. In modo del tutto casuale come si trovano negli spazi d’affissione poniamo l’attenzione su alcuni.
“La pelle ha tanti colori. Le lacrime uno solo. Stesso accesso ai servizi per i migranti. Uguale diritto alla formazione. Per il ricongiungimento familiare”.
Questo il testo del manifesto della CGIL.
“Stupri e violenza su donne e anziani. Il Governo fallisce sull’immigrazione”.
Questo il testo del manifesto di Forza Nuova.
Oltre al testo le immagini.
La violenza in atto, il simbolismo dell’attimo successivo la violazione più intima, l’esasperazione della violenza che alimenta l’onda emotiva.
La lacrima su un viso, la dolcezza di un viso, la crudezza del dolore successivo ad una violenza, ma anche ad un’ingiustizia, nel monocromo grigio fotografico che tende ad appiattire la rabbia e ad esaltare la rassegnazione.
Giusto, per tutti stessi diritti, si può continuare dicendo che i reati di violenza come tutti i reati non hanno colore, ma basta rivendicare diritti?
Bisogna non tacere sulle violenze che stanno esacerbando gli animi, ma assolutamente richiedere la “certezza della pena” per tutti.
Isolare la cultura che vuole la similitudine violenza – migrante.
Sostenere la legalità e la sicurezza difesa dalle istituzioni.