Salary Cap, salta il ‘tetto’!
Nel silenzio più assordante! L’articolo 3, commi da 43 a 53, della Legge Finanziaria per il 2008 prevedeva che gli emolumenti percepiti dai dipendenti pubblici dovevano avere un tetto retributivo massimo fissato a 289.984 euro lordi l’anno, corrispondenti allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione. Ora non è più così. In pochi lo sanno ma la norma approvata alla fine del 2007 (c’era il governo Prodi!), e che molti e trasversali plausi aveva ottenuto, ora non c’è più. Il provvedimento era indirizzato a “chiunque” ricevesse “a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano”. In buona sostanza: magistrati ordinari, amministrativi e contabili; presidenti e componenti di collegi ed organi di governo e di controllo di società non quotate; dirigenti della p.a..
In piena estate 2008, come sempre avviene in questi casi, la legge 129/2008 del 2 agosto (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, recante disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga di termini”) tutto sgonfia, depotenzia, indi per cui si depenna il fatidico ‘salary cap’ (che resterà in vigore solo per ‘incarichi aggiuntivi’) e si stabilisce la possibilità di superare il tetto per casi speciali, deroghe da utilizzare quando ci sono “motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo di tempo non superiore a tre anni”. Si concede uno stipendio più alto di quella cifra per “le posizioni di più elevato livello di responsabilità”.
Esempi? Secondo il settimanale ‘Economy’ “tutta la prima linea dei capi di gabinetto dei vari ministeri intasca stipendi di gran lunga superiori al <<vecchio>> tetto”… (…) A far loro buona compagnia ci sono altri big statali… il ragioniere generale dello Stato, …il direttore generale del Tesoro, …il capo della Polizia, …tutti i capi di Stato maggiore e delle Forze armate… gli amministratori delegati delle società a controllo pubblico…”. Insomma, questa è l’Italia. E pensare che, crisi alla mano, anche Obama, negli Usa, un tetto lo ha stabilito…