Caffarella – Caccia ai colpevoli della violenza e ai reati dei sospettati
Nella violenza della Caffarella si segue la pista dei due telefonini che i due veri violentatori, e non i due romeni ancora in carcere, hanno rubato ai due ragazzini, per poi venderli ad un ricettatore. Gli inquirenti ne hanno recuperato uno, acquistato in un mercato di Roma, e attraverso il ricettatore si potrebbe giungere all’identificazione dei veri colpevoli, perché Karol Racz e Loyos Isztoika, pur rimanendo in carcere, sono risultati estranei al Dna degli autori della violenza.
Nel Tg1 delle 20 del 14 marzo 09, Filippo Facci, editorialista de “il Giornale” ha detto: « C’era un reato di stupro e cercavano degli uomini, ora sono rimasti degli uomini e cercano disperatamente un reato, quale che sia, perché, di fatto, questi due romeni rimangono dentro per dei reati che sono stati attribuiti loro dopo che sono stati arrestati, in un caso temono il pericolo di fuga e ci sarebbe da chiedersi chi non scapperebbe al posto loro, in un altro, alla fine, viene attribuito loro di aver calunniato la polizia romena che non è proprio l’emergenza, insomma, di cui si parlava, alla fine i pubblici ministeri stanno semplicemente dimostrando che cosa può fare la giustizia italiana quando ti prende di mira e non vuole ammettere di aver sbagliato».