Sarkozy: “bonus” e “carbon tax”
Il Presidente francese Sarkozy durante un incontro pubblico a Saint-Quentin ha lamentato il ricorso ai “bonus” per i dirigenti delle società che usufruiscono degli aiuti di Stato o fanno ricorso ai piani sociali. “Percepire un ampio risarcimento in caso di fallimento non è responsabile, non è onesto”, ” un dirigente che ha messo la sua società in difficoltà può andarsene con un paracadute d’oro, non è responsabile. Questo non è onesto”. Questo è stato detto da Sarkozy rispondendo alle polemiche delle stock options versate ai dirigenti, come nel caso della banca Societé Generale.
Sarkozy si è detto favorevole all’introduzione di una “carbon tax” che comporta un contributo finanziario delle importazioni al benessere francese. Sarebbe una tassa da introdurre ai confini della Francia o dell’Unione Europea e che si applica ai prodotti provenienti da paesi non soggetti ai vincoli della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, responsabili del cambiamento del clima.
In un momento in cui la crisi economica è dilagata dappertutto, proporre una tassa del genere, anche se fondata su motivazioni valide, può essere considerata protezionistica.
Una sola lezione tutta la finanza e l’economia ha portato nel proprio Dna dal secolo scorso, ovvero dalla crisi del ’29, quella dell’errore del protezionismo che scaturì da quella crisi; ripetere oggi, lo stesso errore sarebbe quanto di più nefasto possiamo augurarci.