Obama a Cuba e Venezuela: “Non solo parole ma fatti”
Il quinto Vertice delle Americhe tenutosi a Trinidad e Tobago si è concluso con i 34 paesi presenti unanimemente d’accordo sulla dichiarazione finale, anche se le loro dichiarazioni suggeriscono che il testo finale non è stato firmato dai capi di Stato e di governo presenti, ma semplicemente adottato. Paesi come la Bolivia, Venezuela, Honduras e Nicaragua, hanno deciso di non firmare la dichiarazione finale, tra l’altro, in solidarietà con Cuba, che non è menzionata nel testo ed è fuori dall’organizzazione degli Stati americani (OSA) ed è sottoposta ad un embargo degli Stati Uniti dal 1962.
Il vertice concluso è stato un enorme successo di per sé, nella qualità del dialogo che ha avuto luogo tra i Presidenti.
Il debutto del presidente Barack Obama, è riuscito a disinnescare la tensione con i leader della sinistra più radicale ed a ridurre il divario tra Washington e Cuba.
Lo stesso presidente Barack Obama ha detto, domenica a Porto di Spagna, rilevando i “segnali positivi” nelle relazioni dei due paesi latino-americani, Cuba e Venezuela, con Washington, che le parole devono essere seguite da fatti.
Già in precedenza Obama ha iniziato a revocare delle restrizioni su Cuba.
Obama ha commentato l’incontro con i leader, da Chavez ad Ortega, dicendo di aver avuto l’opportunità di ascoltare direttamente circa le sfide e le opportunità della regione.
Con la crisi economica che colpisce la regione, un rapporto migliore con gli USA per facilitare l’arrivo di nuovi fondi è importante, come importante la strada da percorrere per ripristinare la fiducia persa ed invertire il rifiuto che aveva raccolto il predecessore di Obama, George W. Bush.
Il segno del cambiamento alla Casa Bianca ha fatto ringiovanire la speranza di una soluzione della questione cubana e la richiesta da parte dei paesi di un ritorno nel gruppo regionale dei Caraibi dopo 47 anni di sospensione.