Immigrati – Nati in Italia? Si! Però…

Nel 1991 i figli di stranieri nati in Italia, iscritti all’anagrafe erano circa 5 mila, ad oggi la “seconda generazione” attualmente residente nel nostro Paese è circa 530 mila, con un evidente incremento che non sembra essere rilevato dalla politica italiana. L’acquisizione della cittadinanza per chi è nato nel territorio della nazione non è nell’agenda del governo e quindi con l’approvazione del ddl sicurezza è ancora più probabile per una persona, nata in Italia, al compimento del 18° anno finire nei Cie, che ancora oggi per le loro condizioni di “detenzione” disumane non riescono ad avere una definizione aggiornata.
Soprattutto si sottovaluta l’importanza del riconoscimento della cittadinanza per nascita come necessario diritto per l’integrazione nel nostro paese, è impensabile che si continui a rimandare nel tempo il problema, e si attuino solo delle politiche di respingimento e di spostamenti di campi rom.
L’invito alla Lega Nord che ha promosso una campagna scegliendo “i nativi del nord America” con slogan “Loro hanno subito l’immigrazione – ora vivono nelle riserve” per la loro battaglia sulla sicurezza è di visitare i campi rom ed i prossimi “top secret” da realizzare a Roma oltre il Grande Raccordo Anulare, allestiti lontano da ogni contatto sociale, in aree isolate se non riserve naturali.
Quale sia il concetto d’integrazione della destra al governo è veramente oscuro.
Il diritto dello “ius soli” per i cittadini stranieri residenti in Italia consentirebbe un’integrazione nel tessuto sociale e civile dello Stato e adeguerebbe la normativa italiana, liberandola da lungaggini burocratiche e complicazioni amministrative a quella in vigore in buona parte dei Paesi della UE ed alle direttive europee.

Carmelo Sorbera

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