Italia fuori dalla Convenzione di Ginevra?
Una parola chiara dal Governo Italiano deve arrivare per capire se il Nostro Paese si tira fuori dalla Convenzione di Ginevra del 1951 non accettando più dei principi che sono caposaldo della convenzione, oppure le “varie” voci del Governo che di seguito riportiamo parlano come singoli cittadini e non come rappresentanti della Nazione.
Il principio di non respingimento è il caposaldo della protezione internazionale dei rifugiati. Esso è enunciato nell’art. 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, vincolante anche per gli Stati parte del Protocollo del 1967. L’art. 33(1) della Convenzione del 1951 dispone che:”Nessuno Stato contraente potrà espellere o respingere – in nessun modo – un rifugiato verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza ad una determinata categoria sociale o delle sue opinioni politiche”.
Oltre il 70% delle 31.200 domande d’asilo presentate nel 2008 in Italia provengono da persone sbarcate sulle coste meridionali del Paese. Il 75% circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 – due su tre – ha presentato domanda d’asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50%. Nel 2008, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d’Avorio.
Venerdì si era tenuto presso il Viminale l’incontro fra il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni ed il Rappresentante in Italia dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Laurens Jolles, per discutere delle implicazioni derivanti dalla politica dei respingimenti di migranti e richiedenti asilo verso la Libia attuata recentemente dal governo italiano.
L’UNHCR aveva ribadito che la nuova politica inaugurata dal governo è in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali.
Questo fondamentale principio, non conosce limitazione geografica, è contenuto anche nella normativa europea e nell’ordinamento giuridico italiano.
L’UNHCR ha sostenuto che fra coloro che sono stati rinviati in Libia vi erano persone bisognose di protezione, e quindi ha reiterato la richiesta al governo affinché riammetta queste persone sul proprio territorio sottolineando che, dal punto di vista del diritto internazionale, l’Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento, il Rappresentante dell’UNHCR ha rivolto quindi un appello al governo affinché i respingimenti siano sospesi, ed in merito alla possibilità di vagliare in Libia le domande di asilo, l’UNHCR ha sottolineato che non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attività.
Nel corso dell’incontro si è anche discusso della possibilità di costituire un tavolo tecnico con le parti coinvolte e la partecipazione dell’Unione Europea, per elaborare una strategia che miri a rafforzare lo spazio di protezione in Libia, ivi compresa la ratifica da parte di questo paese della Convenzione di Ginevra del 1951.
La risposta dell’Italia:
Roberto Maroni, Ministro dell’Interno: «”questa è la linea giusta (respingere i barconi di immigrati trovati nelle acque internazionali )”. “Continueremo a seguire questa linea, perché questa è la linea giusta di contrasto all’immigrazione clandestina”.
Roberto Maroni, Ministro dell’Interno: «L’accordo sui respingimenti non l’ho fatto io, ma il ministro dell’Interno Giuliano Amato durante il Governo Prodi. Io l’ho attuato, dunque respingo al mittente le critiche che vengono da chi ha fatto l’accordo».
Ignazio La Russa, Ministro della Difesa: «l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati “non conta un fico secco».
Ignazio La Russa, Ministro della Difesa: «la sua portavoce italiana Laura Boldrini è “disumana o criminale”».
Ignazio La Russa, Ministro della Difesa: « Boldrini “nota per essere un esponente di Rifondazione Comunista che porta il cognome di un noto capo partigiano, rispettabilissimo, per carità” ».