Honduras, Zelaya chiama alla rivolta
Aumentano le proteste dei sostenitori di Zelaya e cresce la tensione in tutto l’Honduras con manifestazioni, cortei e blocchi stradali segnalati in varie località.
Il corteo più significativo è stato quello di Tegucigalpa, dove migliaia di persone hanno manifestato per chiedere il rispetto delle risoluzioni dell’Onu e dell’OSA, l’Organizzazione degli Stati americani, e mentre appare incerto l’esito della mediazione del presidente del Costarica, Arias che ha il sostegno del Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, Zelaya chiama i suoi connazionali alla rivolta.
Il Presidente Arias avvierà una nuova tornata di colloqui sabato a San José di Costarica tra i protagonisti della crisi honduregna, ma le rispettive posizioni sono distanti. Sostegno a Zelaya viene espresso dai Paesi confinanti, ed il Presidente del Guatemala Alvaro Colom Caballeros ha detto che “l’insurrezione è un diritto legittimo che fa parte del concetto più elevato del senso della democrazia di fronte a un governo usurpatore e a dei militari golpisti”.
Zelaya ha invitato i suoi connazionali a non lasciare le strade: “Il solo spazio che non ci hanno tolto” ed ha incoraggiato lo sciopero e la disobbedienza civile, in quello che ha definito un processo necessario quando l’ordine democratico viene violato in un Paese.