La scelta del medico è libera
LO HA DECISO LA CASSAZIONE – La scelta del medico è fatta liberamente dai cittadini in base alle loro personali preferenze e non può tollerare limitazioni nella ‘concorrenza’. I medici di famiglia di una stessa zona, quindi, non possono pretendere di spartirsi i pazienti dei colleghi che muoiono. E’ quanto ha sentenziato la Cassazione – sentenza 19690 – respingendo la pretesa di Roberto P., medico marchigiano, di ottenere dalla Asl di Fano (ora Asur) un risarcimento di circa 550 mila euro.
Secondo il dottore, la Asl aveva sbagliato a sostituire, con quello di un nuovo dottore, il nominativo di un suo collega di zona deceduto. Ed inoltre la Asl aveva informato della sostituzione i pazienti del medico morto, inviando una lettera alle famiglie. La circostanza aveva mandato su tutte le furie Roberto P. che riteneva di dover ereditare i pazienti rimasti ‘orfani’.
Il medico sosteneva di aver subito un mancato guadagno ‘per non aver potuto effettuare prestazioni in favore dei mutuati convenzionati col defunto professionista in conseguenza della nomina illegittima di un sostituto’. Effettivamente la lettera inviata dalla Asl con la nomina del nuovo dottore venne annullata dal Tar delle Marche, come rileva la stessa Cassazione, ma per i supremi giudici a Roberto P. non spetta alcun risarcimento. ‘I medici di famiglia – sottolinea la Cassazione – hanno il solo diritto di ‘poter essere liberamente scelti dai pazienti, nella zona assegnata, in base ad una manifestazione di volonta’ assolutamente libera e incoercibile, fondata come e’ su una adesione fiduciaria’. Inoltre la Suprema Corte aggiunge che ‘non vi e’, ne’ e’ astrattamente ipotizzabile, un minimo garantito nel numero dei pazienti o un diritto esclusivo cui possa in qualche modo correlarsi la successione automatica nei rapporti di assistenza in essere presso il medico sostituito perche’ deceduto’.