Iran – “Europa” il silenzio diventa tradimento
Repressioni violente, detenzioni arbitrarie, continui soprusi del regime contro i cittadini, mancanza di cooperazione sul programma nucleare, la situazione in Iran non smette di destare indignazione e preoccupazione fra i parlamentari europei.
Catherine Ashton l’Alto Rappresentante per la politica estera: “Non possiamo accettare gli abusi” e continua: L’Iran non è solo violenza e barbarie. C’è una società civile viva, il livello educativo delle donne è elevato, esiste un dibattito pubblico, i giovani sono attivi e vibranti”
Ma è una società ” sotto minaccia”, come si è visto durante le elezioni “che molti ritengono fraudolente” dell’anno scorso. Un regime che non rispetta “le norme e gli standard internazionali sui diritti civili e politici”: all’Europa tocca prendere posizione, perché l’uso della violenza contro i manifestanti e gli arresti arbitrari “non sono accettabili”.
L’Iran, assicura l’Alto Rappresentante, è “una sfida che pesa molto all’interno del mio portafoglio”. E auspica che durante il suo mandato potrà tornare al Parlamento “con migliori notizie sulle relazioni con Tehran”.
Varie le reazioni dei deputati, che voteranno una risoluzione sull’Iran a febbraio:
«Dure le parole del popolare spagnolo Ignacio Salafranca, che si chiede se “non sia arrivato il momento di perdere la pazienza e imporre sanzioni supplementari all’Iran”, che – oltre al resto -sta continuando a produrre uranio arricchito. Di “disponibilità al confronto e al dialogo” parla il deputato PD Roberto Gualtieri a nome del Gruppo S&D, riconoscendo all’Iran il “diritto allo sviluppo pacifico del programma nucleare” ma deplorando il rifiuto della proposta internazionale di arricchire l’uranio all’estero.
“Io ho vinto le elezioni criticando il Governo del mio paese”, spiega la giovane deputata liberale Marietje Schaake. “Se le ragazze iraniane fanno la stessa cosa, vengono arrestate, picchiate, violentate”. E poi, citando Martin Luther King: “Arriva un momento in cui il silenzio diventa tradimento. L’Europa dovrebbe avere un ruolo più forte, e non solo quando è politicamente facile”.
La presidente della delegazione parlamentare per le relazioni con l’Iran Barbara Lochbihler, dei Verdi, mette in guardia sulle “tecnologie fornite da società europee, soprattutto nel campo delle telecomunicazioni, e poi usate dal Governo per il controllo e la censura”, e avverte: “Nuove sanzioni potrebbero solo arrecare danno alla società, e non portare a un cambio di Governo”. Quello che serve è “dialogo politico”.
“Sanzioni” invoca Charles Tannock, del gruppo ECR, contro gli “oltraggiosi” abusi dei diritti umani e le ambizioni “brutali e nucleari” di Ahmedinejad. Precisa poi che il popolo e i “coraggiosi giovani” iraniani hanno bisogno di sostegno: “Il regime e la popolazione sono due cose diverse”.
Preoccupazione per il programma nucleare espressa anche da Bas Belder, conservatore olandese (EFD), che lo “ritiene una minaccia per la sicurezza, a cui la comunità internazionale dovrebbe rispondere adeguatamente”.