Gli oggetti si animano, ma la privacy?

INTERNET – L’interessante intervista alla socialista spagnola Maria Badia i Cutchet su un’idea suggestiva o un Grande Fratello sempre più invadente, “Internet delle cose” nata dall’evoluzione che la rete può connettere non solo persone, ma anche persone e oggetti e oggetti fra loro. Il risultato? Un frigorifero che avvisa quando il latte sta per finire, o dà consigli su come cucinare gli ingredienti preferiti.
Il Parlamento europeo si sta occupando di sviluppi, rischi e potenzialità di internet delle cose.

Onorevole Badia, ma che cos’è esattamente questo “internet delle cose”?

Si tratta di un’applicazione nuova della tecnologia di internet. Si pensa che fra 10-15 anni, l’ “internet delle cose” farà parte della nostra vita quotidiana. Usa la tecnologia RFID (identificazione via frequenze radio) per ricevere e trasmettere informazioni fra gli oggetti senza un collegamento fisico, via wireless. Funziona con un piccolo sensore, che contiene e fornisce una grande quantità di informazioni sull’oggetto o la persona a cui è applicato.

Uno degli utilizzi più interessanti riguarda il settore agro-alimentare. La tecnologia RFID permetterebbe una migliore e più rapida tracciabilità, e potremmo ottenere informazioni immediate sul contenuto del prodotto. In realtà simili tecnologie sono già in uso in alcune applicazioni: per esempio il chip negli pneumatici, che dà informazioni in tempo reale al conducente sul livello di pressione.

Questa nuova frontiera di internet rivoluzionerà e amplierà la sfera di interazione fra le persone e le cose e le cose fra loro. La vera innovazione risiede nel rapporto fra le cose. L’esempio più citato è quello del frigo che legge le informazioni sugli alimenti che contiene, e dà informazioni sulle date di scadenza, su quello che fa bene alla salute, eccetera.

Allora solo vantaggi per i consumatori? Sicura che non ci siano trappole nascoste?

E’ un’applicazione meravigliosa, che creerà nuove opportunità di business, contribuirà alla lotta contro il cambiamento climatico, ed aiuterà a razionalizzare il consumo di energia e il sistema dei trasporti.

Ma può avere un lato negativo: il rispetto della privacy. Le persone e le aziende che faranno uso dei famosi sensori, avranno accesso a informazioni sulla vita privata di altre persone. Su quest’aspetto dobbiamo stare molto attenti.

Prima che le applicazioni si diffondano, dobbiamo stabilire paletti adeguati per proteggere la vita privata degli individui, trovare il giusto equilibrio. Perché la tecnologia possa diffondersi con successo, la gente si deve fidare. E per questo, deve essere nelle buone mani. E siccome la tecnologia ormai non ha frontiere, credo che dobbiamo affrontare la questione a livello transatlantico.

E i vantaggi per l’ambiente, per la salute? Dove sono?
Queste applicazioni possono essere usate per aumentare l’efficienza energetica dei trasporti e ridurre l’inquinamento. Per esempio, si potranno cambiare le indicazioni date dai semafori sulla base delle condizioni di traffico in città. La green economy è strettamente legata alle nuove tecnologie, e questa crisi dovrebbe essere il motore per dare impulso a settori come la ricerca e lo sviluppo.

Per quanto riguarda la salute: io ho un amico che ha avuto un infarto. Da allora, hanno inserito nel suo corpo un chip connesso a un ospedale spagnolo. Così i dottori sono a conoscenza di ogni minimo cambiamento nel suo organismo. Così possono prevenire eventuali disturbi. Il problema è che non è ancora chiaro l’impatto delle onde radio sulla salute.

Per me la linea da tenere è questa: valutare al meglio gli effetti della tecnologia sulla salute, e trattare con grande attenzione le questioni relative alla privacy.

Quinews

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