Videogame affare per Pyongyang
La Corea del Nord per fare cassa sviluppa l’industria nazionale di videogiochi. The Big Lebowski uno dei più popolari videogame per cellulari commercializzato dall’americana News Corp di Murdoch è stato in realtà programmato a Pyongyang. Dal momento che le sanzioni internazionali decise contro il regime riguardano solo operazioni legate al commercio di armi il business non è illegale, ma le misure unilaterali varate lo scorso 30 agosto dall’Amministrazione Obama, oltre a congelare i beni di proprietà di società nordocreane ed esponenti del regime, vietano “attività fittizie” che potrebbero finire col sostenere l’industria bellica di Pyongyang.
Il timore è che il know-how tecnologico acquisito possa essere utilizzato in un’ipotetica cyberguerra. Alla fine di luglio la presidenza sudcoreana aveva dichiarato di poter provare un possibile cyberattacco via internet. Ma da Pyongyang l’ipotesi è stata smentita: i programmatori di videogame non hanno una competenza da cyberterroristi.
Tuttavia, non mancano le critiche alle ordinazioni internazionali di videogame made in Korea. Secondo James Lewis, ricercatore del Center for Strategic and Internazional Studies, “ogni forma di transazione che consente al regime coreano di fare cassa è contro la politica americana. E non difendano i loro programmatori: proprio dai cellulari passa la nuova frontiera dello spionaggio”.
Kim Jong-il, da sempre appassionato di tecnologia e internet, qualche anno fa definì le persone che non sapevano usare un computer “gli stupidi del 21esimo secolo” gli altri sarebbero, secondo il dittatore, i fumatori e gli ignoranti in materia musicale. (AsiaNews)