Tutti uguali davanti alla legge
Art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Questo era fino ad oggi il contratto tra lo Stato ed i suoi cittadini, ma con il via libera della commissione Affari costituzionali alla “retroattività” del lodo Alfano in quanto viene previsto: “Al di fuori dei casi previsti dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, i processi nei confronti del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio dei ministri, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare secondo le disposizioni della presente legge costituzionale” non più.
Da sottolineare il ritrovato “spirito costruttivo” tra le diverse componenti della maggioranza, approvando con 15 voti a favore e 7 contrari l’emendamento del relatore Carlo Vizzini.
A favore del provvedimento hanno votato i 13 senatori del Pdl e della Lega Nord più il senatore del Fli Maurizio Saia, assente il senatore dell’Mpa.