Il Sud e il piano del governo
“Il piano nazionale per il Sud rappresenta un atto di di impegno politico che il governo ha inteso assumere rispetto al tema della riduzione del divario territoriale”. E’ quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Piano per il Sud.
“Il Piano anticipa l’applicazione dei criteri e degli indirizzi emersi nel dibattito comunitario e le linee guida consistono nella maggiore attenzione all’efficacia degli interventi, la concetrazione su poche e rilevanti quistioni, l’imposizione di regole e condizioni preliminari all’impiego delle risorse”.
Otto le grandi priorità del Piano per il Sud “suddivise in tre priorità strategiche di sviluppo (infrastrutture, ambiente e beni pubblici; competenze ed istruzione; innovazione, ricerca e competitività) su cui misurare, in un’ottica pluriennale i progressi dello sviluppo del Mezzogiorno”.
Le altre cinque Priorità strategiche di carattere orizontale, “da attuare rapidamente”: “sicurezza e legalità; certezza dei diritti e delle regole; pubblica amministrazione più trasparente ed efficiente; Banca del Mezzogiorno; sostegno mirato e veloce per le imprese, il lavoro e l’agricoltura”.
“Il piano Sud – ricorda la nota di Palazzo Chigi – sarà ora trasmesso alla Conferenza Stato-regioni”. Il comunicato del Governo conferma poi l’approvazione in via preliminare di “uno schema di decreto legislativo per l’attuazione della parte della legge sul federalismo fiscale che chiede al governo di individuare interventi” per lo sviluppo economico e la coesione delle aree sottoutilizzate. Si rende poi noto che il Fas cambierà denominazione: diverrà Fondo per lo sviluppo e la coesione e darà “unità programmatica e finanziaria agli interventi nazionali aggiuntivi” per il riequilibrio tra le diverse aree del Paese.
PD: “PIANO COPIATO” – “Il programma di Fitto su banda larga, Tav Napoli-Bari, i porti, la Salerno-Reggio Calabria, Catania-Palermo e finalmente il ripristino del credito d’imposta ripercorre esattamente la Risoluzione del Pd al Dpef 2009 respinta da Tremonti in Parlamento. Dopo 2 anni e mezzo il governo torna sui propri passi. E potremmo dire che cambiare idea è segno di intelligenza, ma in questo caso servono certezze: i soldi”. Lo dichiara Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd della Camera.
“Riprogrammare le risorse non spese? Corretto, ma d’accordo con le Regioni. E allora – prosegue Boccia – vorremmo sentire anche Tremonti sulle risorse sottratte. Rimettano i soldi sottratti e li concentrino con quelli non spesi sui principali obiettivi, altrimenti siamo alla propaganda. La buona fede di Fitto entra in conflitto con la malafede di chi fino ad oggi ha governato l’economia nel paese e al mezzogiorno. Ad oggi, dopo due anni e mezzo si ricomincia. Sul terreno c’e’ solo una banca del sud in cui non crede nessuno”.
“Il piano nei contenuti è credibile, ma sulle risorse siamo al punto di partenza. A questo punto diamo almeno una garanzia al paese per oggi e per domani. Istituiamo un’autorità indipendente sugli investimenti pubblici al sud. Come si fa nei paesi emergenti e diamo a un’autorità terza il potere di controllare, verificare e certificare la quantità degli investimenti al sud che nonostante le leggi, non vengono mai rispettati. Il rapporto 85% al sud e 15% al nord dei Fas – conclude Boccia – di fatto non è mai stato rispettato”.
PDCI: TUTTO FUMO, MENTRE ARROSTO VA A NORD – Critiche al piano del governo per il Sud arrivano dal PdCI che, con Michelangelo Tripodi, responsabile Mezzogiorno afferma: “E’ un pacco vuoto, pieno di fumo e nulla più mentre l’arrosto va al Nord”.