Borsellino sapeva. “Stato-mafia, la trattativa ci fu”
Il giudice Paolo Borsellino venne a conoscenza della “trattativa” Stato-mafia il 28 giugno del 1992, poco più di un mese dopo la strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio, e pochi giorni prima di essere assassinato in via D’Amelio, il 19 luglio del 1992.Il Procuratore Capo di Caltanissetta, Sergio Lari, ai microfoni del ‘Tgr’ della Sicilia parla dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia e dice che l’accordo ci fu ed ebbe anche un peso rilevante nella strage di via D’Amelio: “Con il suo fiuto investigativo il giudice Paolo Borsellino avrebbe potuto impedire l’operazione e forse per questo è stato ucciso”.
“Le nostre indagini – afferma Lari – seppure dopo tanti anni hanno consentito d’accertare inconfutabilmente che Paolo Borsellino fu informato dell’esistenza di quella che viene definita “la trattativa”, ciò avvenne il 28 giugno, avvenne ad opera della dottoressa Ferraro; però da questo a dire che la strage di Paolo Borsellino sia nata perché si sia opposto a questa trattativa il passo è lungo. Potrebbe anche darsi che Totò Riina abbia autonomamente deciso di accelerare la strage già programmata solo perché la trattativa non stava andando in porto, dunque la nostra ipotesi è che la trattativa, in un senso o in un altro, abbia avuto un ruolo nell’anticipazione della decisione di uccidere Paolo Borsellino”.