INTERVISTA A MARIANGELA CERIATI
“Non credo alla bella favola: il corona ci renderà più bravi e più sociali. Anzi…”
Tempi di “quarantena”. Come la sta vivendo Mariangela Ceriati questa sospensione? Quale “Metodo Matrioska” segue per vivere il suo isolamento?
“Premetto che sto trascorrendo questo periodo completamente da sola. Non in modo uniforme. Non sono sempre uguale. Direi che ci sono state delle FASI. La prima FASE: ero quasi felice di questo inaspettato incontro con me stessa, di questa frequentazione ravvicinata così intensa, quasi aggressiva con me stessa. Condividevo la “tonalità emotiva” di leggera “eccitazione” di tanti. Mi sono divertita sullo scambio di fesserie varie, umoristiche e no; godevo delle occasioni di approfondimenti e delle condivisioni musicali; mi divertivano i cori e tutte le “rappresentazioni” dai balconi. Ho passato tanto tempo su cellulare e tv. Mi ingozzavo di messaggi di “umanizzazione”, di inni ai cambiamenti felici, al recupero dei valori perduti e ai “guadagni” della natura. Seconda FASE: la delusione. Mi ha generato una sorta di apatia. Non facevo quasi più nulla. Ora sono in una terza FASE: mi sento di nuovo costruttiva. Con voglia di fare. Ho ripreso a leggere e non mi sento più apatica. Ho ripreso a lavorare. La Matrioska, che rappresenta per me da tantissimo tempo uno “stile di vita”, con la sua Formula della Felicità, 3R+G+ (C+R) + G2= GIOIA! è sempre stata un punto di riferimento importante; in questo periodo ha funzionato come attivatrice di risorse, conosciute e no.”Quanti e quali i disagi più avvertiti in queste ore?
“Fondamentalmente la DEPRIVAZIONE RELAZIONALE.”
Angoscia, ansia, inquietudine e stress. Che fare per contrastare questi stati d’animo?
“Non sono dell’idea che si debba contrastare nessuna emozione. E’ molto più utile accettarle; quello che conta è non lasciarsi sopraffare, dando importanza e riconoscendo, accanto, sopra, intorno tutte le altre emozioni e gli altri sentimenti che NON sono angoscia, NON sono ansia; NON sono inquietudine. Per quanto mi riguarda, angoscia e ansia non sono state mie compagne di questo periodo, inquietudine certamente, soprattutto per non sapere, capire, comprendere quello che sta succedendo.”
Cosa lascerà in ciascuno di noi tutto questo tempo?
“Non lo sappiamo ancora. Tutto è molto soggettivo.”
Come si fa a essere ottimisti in questa situazione maledettamente complicata?
“Non so se sia una domanda giusta. Più che altro: accorti e capaci di adattarsi alle situazioni diverse che dovremo attraversare. Questo soprattutto è cambiato. Nulla ha più dei punti di riferimento conosciuti. Quello che c’era prima non c’è più. Il mondo è un “altro” mondo e non credo alla bella favola: il corona ci renderà più bravi e più sociali. Anzi. Ho timore della ripresa. Tute le nuove “attitudini” che dovrebbero derivare dal COVID: maggiore rispetto, solidarietà, senso civico, rinnovato amore per la natura, in realtà, non si improvvisano, si imparano e c’è bisogno che qualcuno le INSEGNI, non solo con le parole, ma soprattutto con i fatti, i buoni esempi. Purtroppo sia le famiglie che la scuola sono decisamente carenti e deficitari da tanto, troppo tempo!”
Come comportarsi di fronte al bombardamento informativo da Covid-19 che la tv propina in ogni ora e in ogni dove?
“Spegnere o cercare altri canali sarebbe la risposta più superficiale. E per me era anche facile. Ma questo momento ha fatto saltare, per la grandissima quantità di situazioni impreviste, inaspettate tantissime scansioni comportamentali, relazionali, sociali. Anche l’angoscia, la paura, l’inquietudine creano il bisogno di sapere, di essere informati sempre e sempre di più.”
I social e realtà virtuale come viverli e come rapportarsi ad essi?
“Attivando al massimo la capacità di SCELTA.”
I bimbi. Cosa rischiano di ricordare in questi giorni? Quali gli strascichi per il loro futuro?
“Questo è proprio il punto più problematico: non è soltanto quello che ricorderanno, ma le tante emozioni, le tante fantasie, le tante abitudini abbandonate , le tante nuovamente apprese, la PERDITA delle REGOLE, la PERDITA del MOVIMENTO, la PERDITA delle FISICITA’ nel vissuto affettivo, un rapporto con il CORPO stravolto, temo che potremo registrare difficoltà nel recupero sul piano emozionale, ma anche cognitivo.”
Coltivare le proprie passioni è il minimo che si può fare. Come fare a trasformare in creatività?
“Non lo so. Ognuno funziona a suo modo. Non credo che si possano “inventare” o forzare certe inclinazioni. Il mio personale rapporto con la creatività funziona come un’ispirazione. Non sono io che voglio, è lei che arriva, quando e come vuole. È lei che decide.”
Quanto potremo resistere ancora?
“Per quanto DOVREMO farlo! Non abbiamo alternativa. Questo è un punto doloroso. Credo che ci sarà una grande differenziazione tra gli individui. La vedremo riverberata sui bambini, quando potranno tornare nelle scuole.”
MARIANGELA CERIATI PSICOTERAPEUTA E AUTRICE DE “IL METODO MATRIOSKA. UNA SCUOLA PER IL FUTURO”