INTERVISTA AD AURORA CECCHINI
“Il rilascio di Silvia Romano sembra aver liberato l’odio e la violenza…”
Aurora Cecchini, la ritrovata libertà di Silvia Romano è diventata dibattito dai toni oltremisura. Che impressioni ha lei, scrittrice di liberazione, di fronte a tutta la disputa che sta andando in scena?
“Il rilascio di Silvia Romano sembra aver liberato l’odio e la violenza nei commentatori ancora più repressi dalle restrizioni dell’emergenza Covid. Purtroppo, a scatenare tanta ferocia, è stata ancora una volta una donna. E l’aggravante femminile è più pericoloso di una bomba. La nostra, nonostante i numerosi sforzi, resta ancora una sotto-cultura sessista e maschilista e puntualmente si conferma come tale usando le solite armi psicologiche, le ingiurie verbali, le offese pubbliche e l’insinuazione del marcio – anche dove il marcio non c’è – per addomesticare un certo tipo di opinione pubblica”.
Cosa scandalizza di Silvia Romano nei tanti che la criticano? La sua conversione religiosa? Il suo poco rancore nei confronti dei carcerieri? Il fatto di voler tornare a fare la cooperante?
“Silvia, in quanto donna, viene criticata per come appare e cosa indossa. Fino a pochi giorni fa nel mirino c’era la giornalista Giovanna Botteri, il copione è sempre lo stesso. Però Silvia ha esagerato convertendosi pure ad altra religione… Se ci fosse stato un uomo al suo posto si sarebbe parlato di “assunzione di responsabilità”, nel senso che un uomo avrebbe avuto certamente delle ragioni socio-politiche-culturali-personali-familiari-e tutto quello che ci viene in mente. La disparità di trattamento dei generi cerca di spingerci sempre in basso, nell’occulto, cerca ragioni oltre la ragione. Vedi anche l’accusa della Sindrome di Stoccolma”.
La sua conversione ha sollevato un vespaio di critiche. In molti dicono che non si può scegliere liberamente in una prigionia…
“I commenti più beceri, pur nella loro banalità, si fanno meglio sulle azioni degli altri. Magari quando non si ha la minima idea dell’argomento, seduti comodamente sul divano di casa o da dietro uno schermo”.
Da donna e da femminista le dà fastidio il velo che indossa Silvia Romano?
“Mi da’ fastidio qualsiasi imposizione. Ci sono donne islamiche che, pur indossando il velo, combattono per la causa femminile e le ammiro molto”.
“Sul corpo di Silvia Romano si sta consumando uno scontro di civiltà”, ha detto in un’intervista Dacia Maraini. Lo pensa anche lei?
“Concordo con quanto asserisce Dacia Maraini. Ma in questo caso parlerei di “scontro di in-civiltà”. Quando si parla di corpo e carne delle donne come spazio politico si parla di potere. Più propriamente di dislivelli di potere, ne ha parlato Michela Murgia tempo fa. I buonisti ipocriti, gli odiatori seriali, i primitivi che impugnano ancora la clava, cosa vorrebbero sentire dalla voce di Silvia Romano?”.
Per la sua liberazione, pare, sia stato corrisposto un riscatto ai carcerieri. Se confermato, a suo modo di vedere, è stato giusto pagarlo?
“Detesto le critiche senza costrutto. Dopo aver sciorinato tutto quello, che a loro giudizio Silvia non avrebbe dovuto fare, gli opinionisti gratuiti hanno proposto alternative? Se non l’avessimo fatto, sarebbe tornata in posizione orizzontale”.
Come si è posta, a suo giudizio, la politica in tutta questa vicenda?
“È stato uno sbaglio spettacolarizzare pubblicamente l’arrivo in aeroporto. La politica, come di sovente in questi ultimi tempi, è stata inadeguata. E intanto, la società fallica, sacrifica il corpo delle donne per rinforzare il suo potere. Un potere destinato a non durare nei secoli dei secoli. Un potere che si sgretolerà fino a diventare ridicola e non più credibile. Viva Silvia Romano, o Aisha come preferisce, libera”.
AURORA CECCHINI, SCRITTRICE, AUTRICE DEL LIBRO “SARÒ LA DONNA CHE VOGLIO. IL MASCHILISMO SPIEGATO A MIA FIGLIA E AGLI UOMINI DI CORAGGIO”