E’ tensione fra Italia e Argentina
“Di me hanno detto tutto i signori della sinistra… che sono come quel dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo sportello e diceva: e’ una bella giornata, andare fuori un po’ a giocare”. Questa battuta pronunciata da Berlusconi il 13 febbraio scorso durate un comizio a Cagliari (si guardi il video di quinews.it, ndr) ha sollevato le proteste del governo argentino, che ha convocato l’ambasciatore italiano a Buenos Aires per avere spiegazioni.
La polemica monta. Le madri di Plaza de Majo chiedono le scuse del premier. ‘Repubblica’ pubblica un’intervista al regista Marco Bechis, che dice: “Non si scherza su questi drammi”. “Sui desaparecidos lite Italia-Argentina” titola la Stampa, “Un caso sulla frese del premier” il Corriere della Sera. “Berlusconi scherza sui desaparecidos” è il titolo de ‘il Manifesto’, che nota che ormai “siamo assuefatti alla verbosa arroganza del nostro premier, alla sua irresistibile tendenza alla volgarità. Pronta la replica del governo: “Berlusconi frainteso”.
“E’ assolutamente un’opera di sciacallaggio. Ed è anche il segno dell’imbarbarimento della lotta politica”. Questa è l’opinione di Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl in Senato, in una intervista al ‘Corriere della Sera’, in merito alle proteste dell’Argentina per la battuta di Berlusconi sui desaparecidos. Quagliariello invita a fare una riflessione più approfondita: “È un caso che andrebbe fatto studiare perché aiuta a comprendere come si può cambiare il significato di una affermazione se viene estrapolata da un contesto. Fortunatamente vi era un filmato. E si è potuto ricostruire cosa esattamente è stato detto”.
L’esponente del PdL conclude: “La lezione che se ne ricava è che l’uso politico di dichiarazioni ‘innocue’ può provocare conseguenze nefaste. Il fatto che le conseguenze si siano prodotte all`estero forse ci può indurre a essere un po’ più prudenti nel prestare fede a quello che viene riportato. Voglio dire che non mi stupisce che la fonte citata dal giornale argentino sia l’Unità. Ha fatto una campagna particolarmente aggressiva per favorire il suo proprietario che è Renato Soru, battuto da Ugo Cappellacci”.
Non la pensa così Fabio Porta del Pd: “Ancora una volta una ‘battuta’; ancora una volta il presidente del Consiglio che compromette gravemente l’immagine del nostro Paese all’estero. In questo caso mancando di rispetto alla storia e alla memoria ancora viva delle atroci ferite della violenta dittatura argentina. Scherzare sui ‘desaparecidos’ può apparire divertente a Berlusconi e a qualche suo fedelissimo; suona invece oltraggioso alle orecchie delle migliaia di famiglie che ancora oggi piangono i loro cari scomparsi”.
Porta aggiunge: “Poche settimane fa ho visitato a Rosario uno dei tanti centri dove i ‘desaparecidos’ venivano tenuti prigionieri, torturati e spesso uccisi. Nessuno di noi, meno ancora il capo del governo italiano, di un Paese fratello dell’Argentina che tanti connazionali ha visto sparire in quelle stanze di tortura, può permettersi di fare simili battute. Chieda scusa, Presidente, chiarisca che si è trattato dell’ennesima, speriamo ultima, ‘gaffe’ in materia di esternazioni internazionali. Gli italiani tutti, e noi che viviamo in Sudamerica in primo luogo, gliene saranno grati”.
Dello stesso tono il commento del comunista Pino Sgobio: “Berlusconi deve capire che non è un barista di periferia che, come è giusto che sia, trattiene i propri clienti ma un Presidente del Consiglio di un Paese democratico, che ha costruito i propri rapporti internazionali con sagace e lungimirante diplomazia”.
Sgobio aggiunge: “Ciò che è scandaloso è la superficialità con cui si muove Palazzo Chigi. Ciò che gli uomini del premier definiscono una semplice ‘battuta’, in realtà, come si evince chiaramente dal video postato su You Tube dalla testata giornalistica ‘quinews.it’, è una vergognosa, inqualificabile e pazzesca forzatura ironica. Si può ironizzare su tutto ma non sul dramma di un popolo che, come quello argentino, ha ancora, e per chissà quanto tempo ancora, negli occhi l’orrore di una dittatura che ha fatto sparire, tra il ’76 e l’83, oltre 30mila tra dissidenti o sospettati tali. Berlusconi chieda scusa all’Argentina per la macabra ironia e, per le prossime volte, si controlli”.