‘Pizzo’ sulla Salerno-Reggio Calabria
Chissà quante volte percorrendo quel tratto di strada lo abiamo pensato! Chissà quante volte lo si è sospettato anche ai piani alti della politica. E’ il solito copione, tutti lo ‘pensavano’ ma nessuno diceva niente. E’ la solita storia. Italiana. Che sull’autostrada in riammordenamento della Salerno-Reggio Calabria avvenisse ciò che i carabinieri del Ros hanno appurato, anche con l’uso delle intercettazioni (sic!), come dire… era nell’aria.
La notizia che le imprese che stanno eseguendo i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria si piegavano al pagamento delle tangenti mafiose e subivano l’imposizione di ditte per i subappalti e la fornitura di materiali, non coglie di sorpresa. L’indagine dei carabinieri del Ros, che stamani hanno eseguito gli arresti disposti dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno solo confermato un facile sospetto di tanti.
Dall’inchiesta si apprende che i clan imponevano il pizzo dell’1%sul valore complessivo dell’appalto, e inoltre facevano lavorare per i subappalti e le forniture di materiale le ditte vicine alla ‘ndrangheta.
Il ‘pizzo’ veniva pure fatturato alle aziende, con false attestazioni di forniture. Dalle intercettazioni si scopre che il materiale utilizzato per la realizzazione dell’autostrada era pure di qualità scadente, o comunque non conforme al capitolato di appalto. E di tutto ciò le imprese sarebbero state a conoscenza. Al danno, quindi, anche la beffa…