Brunetta, il ‘riformista’…
“I riformisti siamo noi, ora l’Italia cambia davvero”. A parlare è il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta che, in un’intervista a ‘Il Giornale’ di proprietà della famiglia Berlusconi, rivendica quanto fatto fino ad oggi dal governo, sottolineando che “da maggio è iniziata la più grande stagione di riforme conosciuta dal Paese”.
“L’altra parte politica, il centrosinistra – dice Brunetta – non sarebbe mai stata in grado di fare lo stesso. Noi- è il senso dell’intervista – siamo gli eredi del migliore centrosinistra”. Questioni di punti di vista, evidentemente.
Chi è oggigiorno il vero riformista? Chi produce avanzamenti per i meno abbienti, per la classe lavoratrice, o chi invece lavora per tutelare interessi di conservazione? Su questo, nei prossimi giorni, come giornale, apriremo una discussione. Intanto, Brunetta, con questa intervista lanca l’amo per pescare i riformisti delusi del centro-destra o quelli indecisi, ancora in mezzo al guado.
Tutta l’azione del governo dalle politiche economiche alle riforme, compresa l’ultima degli scioperi nei trasporti, spiega Brunetta nell’intervista a ‘Il Giornale’, sono state fatte “nonostante la crisi e i cittadini ci hanno premiato aumentando il consenso verso il governo”.
Secondo Brunetta quello del governo è un riformismo “pragmatico, e poco ideologico, di grande concretezza e in presa diretta con la gente”. L’opposizione, invece, secondo il ministro, “è in un imbarazzo mortale. Se non mi ricordassi della loro ferocia, direi che fanno quasi tenerezza”. Il problema è che “non riescono a resistere al richiamo della foresta” ad esempio quello di Di Pietro o quello della Cgil. Quanto alla Cgil, secondo Brunetta, “sono in stato confusionale. Stanno perdendo una rendita di posizione che avevano nei confronti della società e della politica italiana. E Epifani non ne sta azzecchando una”.