S-300, Russia – Iran
Sono già tre le versioni di questo mese, offerte da Mosca in riferimento alla consegna di cinque sistemi antimissile S-300 venduti all’Iran per 800 milioni di dollari (Debkafile.)
“L’Iran non ha ancora ricevuto nessun S-300 nel quadro del contratto del 2007. L’operazione dipende dalla leadership di Mosca” questo quanto si apprende da una fonte militare russa, riportata dall’agenzia di stampa “Novosti”.
La conferma dell’esistenza di un contratto stipulato due anni fa dalla Russia con l’Iran attesta quanto da tempo si supponeva da più parti nonostante le smentite di Mosca.
Sempre la fonte del servizio di cooperazione tecnica militare afferma che i sistemi S-300 non ancora consegnati in base al contratto seguono una consegna graduale, i media iraniani hanno più volte riferito, citando gli alti funzionari della sicurezza, che la Russia ha iniziato a fornire gli elementi della versione avanzata del missile S-300.
Sempre la fonte ha detto: “La Russia è interessata a soddisfare il contratto, che vale centinaia di milioni” aggiungendo che il futuro del contratto dipende in larga misura dalla situazione in materia di affari internazionali e dalla posizione della leadership russa.
L’ultima versione dell’evoluzione S-300 è la S-300PMU2 che ha una portata fino a 195 km e può intercettare i missili balistici e aeromobili ad altitudini da 10 metri a 27 km, fino a 12 obiettivi simultaneamente, armato con capacità anti-disturbo è considerato uno dei più efficaci sistemi di difesa aerea, in termini di prestazioni comparabile al sistema statunitense MIM Patriot.
Il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che il legame tecnico militare tra Mosca e Teheran è sempre stato trasparente ed ha confermato che il sistema di difesa S-300 non è stato fornito all’Iran.
Ha dichiarato: “Abbiamo consegnato a Teheran una serie di attrezzature per la difesa che non può destabilizzare la situazione della regione”.
Gli iraniani hanno insistito con la consegna da parte dei russi, paventando l’utilizzo da parte degli israeliani del nuovo “Harop” il sofisticato aereo drone israeliano dotato di anti-missile aria e capace di colpire il bersaglio prima che entri in modalità di attacco. La versione aggiornata di Harop con funzioni più avanzate per l’adozione di apparecchiature radar e missili anti-aerei può sostenere missioni di diverse ore, senza equipaggio, gestito da sensori elettro-ottici, ha sistemi di armamento in grado di rilevare in modo inerte le armi in movimento ed installazioni a radar spento evitando il rilevamento.
L’India e la Turchia sono interessate al killer-drone israeliano.
Gli analisti sostengono che il Cremlino utilizza la cooperazione tecnica militare con l’Iran come leva nel gioco politico con l’Occidente, ed allo stesso tempo è un legame importante perché Mosca perde posizioni nei mercati asiatici delle armi.
Israele e gli Stati Uniti temono che l’Iran sia entrato in possesso dei missili S-300 che potrebbe usare per proteggere i suoi impianti nucleari, compreso l’impianto di arricchimento dell’uranio a Natanz, questo renderebbe un attacco alle strutture iraniane molto difficile.
Secondo fonti di intelligence occidentali, Mosca sta seguendo un fluttuante livello di tensione in vista del primo vertice tra il Presidenti russo e americano a Londra il 2 aprile.
Altro motivo di tensione è la certezza dell’intelligence degli Stati Uniti e d’Israele che i russi hanno iniziato la fornitura di parti del sistema S-300 tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio nonostante la promessa fatta a Washington di bloccare la consegna, queste informazioni complicano l’incontro di Obama e Medvedev a Londra ed i colloqui sulla sicurezza e su un possibile accordo sul progetto di scudo missilistico americano in Europa, allo stesso tempo esiste una divisione al Cremlino sull’opportunità di portare a compimento il contratto degli S-300 con l’Iran.