Calderoli: “Legge Acerbo al confronto un esercizio di democrazia”

“Manteniamo la nostra assoluta contrarietà all’accorpamento tra il referendum e le elezioni europee che è anti-costituzionale”. Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli conferma che i vertici della Lega Nord rimangono decisamente contrari all’accorpamento per il 6 e 7 giugno del referendum elettorale e le elezioni europee. Il coordinatore delle segreterie nazionali, ha poi aggiunto che ci sono stati contatti stamattina, che oggi pomeriggio con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e che “verrà trovata una quadra, perché il clima nella maggioranza è ottimo – ha spiegato – e c’è la disponibilità a ragionare e a superare il problema”.
Calderoli, spiegando i motivi del no leghista, ha anche criticato chi sta cercando di far passare l’accorpamento come un “risparmio” che potrebbe andare a vantaggio delle popolazioni terremotate. “Sciacallo in questo momento è chi specula sui morti, sugli sfollati e sulla tragedia dell’Abruzzo per ottenere un incostituzionale, e mai verificatosi prima, accorpamento di un referendum abrogativo con un’elezione a suffragio universale diretto – ribadisce – . Sorprende – aggiunge – che chi ha esaltato il ruolo ed il valore della Resistenza possa, oggi, sostenere una truffa costituzionale, per garantire così il quorum di un referendum che porterebbe ad una legge elettorale che probabilmente si è vista soltanto nel Cile e che fa apparire la tanto denigrata legge Acerbo del Ventennio come un esercizio di democrazia. Una legge come questa, che consentirebbe ad una lista di maggioranza relativa, paradossalmente anche soltanto con il 10% dei consensi, di ottenere fino al 55% dei seggi, è infatti una cosa che non si è vista neppure nel Ventennio. E dal 55% arrivare ai due terzi, in caso di un forte successo elettorale o di alleanze successive alle elezioni, il passo è breve, così come altrettanto breve è il passo che porterebbe ad una modifica della Costituzione poi non sottoponibile ad un referendum popolare, senza contare anche l’impossibilità, magari, di modificare l’introduzione di un re o, perché no, di un dittatore con lo ius sanguinis. Ricordiamoci che in molti sono morti per difendere la democrazia, una democrazia che oggi si tenta di svendere. Ma non esiste un prezzo per la democrazia, che ancora di più non può essere messa a rischio con una truffa costituzionale, una truffa ai danni della Costituzione stessa e della buona fede dei cittadini. E i costi di questa truffa, e di questo pericoloso gioco, dovranno essere messi a carico di chi ha proposto questo inutile e pericoloso referendum solo per uscire dall’ombra e dall’anonimato”.

Quinews

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