Alitalia, tra spiragli e ultimatum
Per Alitalia quella odierna si preannuncia un’altra giornata di passione. La trattativa tra governo e sindacati viaggia sul filo della tattica, con l’esecutivo che tenta di stringere all’angolo i più riottosi rappresentanti dei lavoratori e alcune organizzazioni sindacali, le autonome soprattutto, con i piloti in prima fila, che tentano di alzare la posta politica per chiudere l’accordo. Le dichiarazioni del presidente dell’Anpac, Fabio Berti – “Punto tutto sull’accordo, anche se le posizioni sono ancora molto lontane” – vanno lette come un incoraggiamento a Palazzo Chigi.
Il governo non può perdere questa partita. Le parole del premier, ieri sera nel salotto televisivo di Bruno Vespa – ‘se la trattativa fallisce la colpa è dei sindacati’ – più che una constatazione, sono apparse un’autodifesa in vecchio stile.
Berlusconi sa bene che il fallimento della trattativa sarebbe una sciagura soprattutto per l’immagine del governo, che, per tutta la durata della campagna elettorale, ha sbandierato ai quattro venti di avere in mano la soluzione migliore per il rilancio della compagnia aerea. Presentarsi ai cittadini con un fallimento non sarebbe positivo.
Lo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, dagli schermi tv di ‘Unomattina’, ha confessato che il salvataggio di Alitalia “è una prova importante per il governo, ma anche per i sindacati”, ribadendo che “non firmare l’accordo su Alitalia è qualcosa che non sta né in cielo né in terra” e che firmare, invece, “é interesse di tutti, per far ripartire l’economia reale”.
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in un’intervista a Il Messaggero, da canto suo, ha precisato: “Il piano Cai per il salvataggio di Alitalia non è modificabile e governo e sindacati devono dare una risposta entro mercoledì, perché lo impongono i tempi di sopravvivenza della compagnia e le decisioni degli azionisti di Cai”, che giovedì prossimo si riuniranno in assemblea e in quella sede “decideranno se andare avanti o ritirare l’offerta e chiudere la partita”.
L’opposizione, Pd soprattutto, continua a criticare l’operazione nel suo complesso. “Non capisco perché il governo abbia deciso di drammatizzare”, afferma il ministro dell’economica del governo ombra Pierluigi Bersani, commentando gli ultimi sviluppi della vicenda. A chi gli chiede di commentare l’atteggiamento dei sindacati, l’esponente del Pd replica: “Ognuno fa il suo mestiere e al di là di alcuni privilegi occorre cercare di difendere i lavoratori”.
Sul fronte internazionale, infine, Thomas Jachnow, portavoce di Lufthansa, a commento delle dichiarazioni di Berlusconi, che aveva definito la Lufthansa un “partner ideale”, ha tenuto a precisare che “Alitalia è un partner interessante per noi, ma non nella situazione attuale, a causa della pessima situazione economica della stessa Alitalia”.