Nave tossica, dove gli altri scafi?
“Le azioni da fare adesso sono molteplici, innanzitutto approfondire la natura dei rifiuti trasportati dalla nave, stabilire nel caso che si tratti di rifiuti tossici o addirittura radioattivi la procedura per il loro smaltimento e renderli innocui per la popolazione”. E’ il piano di lavoro di Bruno Giordano, Procuratore della Repubblica di Paola (Cs), che sta coordinando l’inchiesta sul mercantile ritrovato sabato al largo delle acque di Cetraro e che si pensa trasportasse fusti con scorie tossiche.
“Ovviamente – ha detto ancora Giordano – le indagini sono volte a capire cosa sia stato trasportato a bordo della nave. Il pentito Fonti (Francesco Fonti è un collaboratore di giustizia della ‘ndrangheta le cui rivelazioni hanno permesso di rintracciare l’imbarcazione, ndr) ha parlato di tre navi affondate nella zona. Noi ne abbiamo trovata una ed è un elemento di riscontro formidabile delle sue dichiarazioni. Certamente – conclude il magistrato – allargheremo le ricerche per verificare la possibilità di rintracciare anche gli altri due scafi”.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, intanto, ha convocato per giovedì 24 settembre sia il procuratore capo di Paola Giordano che l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco. “Occorre – spiega Gaetano Pecorella, presidente della Commissione – fare chiarezza una volte e per tutte sul fenomeno degli affondamenti delle cosiddette navi a perdere. Sono anni che i cittadini, le associazioni ambientaliste e i magistrati tentano di alzare il velo sui cimiteri marini di rifiuti pericolosi senza che, per ora, si abbia la dimensione dell’inquinamento prodotto da questo traffico illegale né, a quanto risulta, che siano stati identificati i responsabili”.