PAPI & RUBY


Una telefonata, partita da Palazzo Chigi e ricevuta dai funzionari della Questura di Milano, a cui e’ seguito, poco dopo, l’affidamento della minorenne marocchina, che era stata portata negli uffici della Polizia dopo l’intervento di una volante per una denuncia di furto, a una persona che si era offerta di prendersene cura. E’ anche questo uno degli elementi ‘cardine’ su cui sta indagando la Procura di Milano, oltre agli aspetti di favoreggiamento della prostituzione, in relazione alla vicenda di Ruby, la giovane che ha raccontato di incontri con il premier Silvio Berlusconi.
Dalla Questura di Milano, pero’, si fa sapere che non c’e’ stato alcun privilegio o trattamento preferenziale per la ragazza dopo la telefonata della Presidenza del Consiglio. Nei confronti della giovane, precisano dalla Questura, sono stati comunque eseguiti tutti gli adempimenti previsti dalla legge, d’intesa con il Tribunale dei Minori. Ruby venne portata negli uffici della Polizia alle ore 20, dopo la denuncia di una sua coinquilina che l’accusava di averle rubato tremila euro, e rimase la’ fino alle due di notte.
In quelle sei ore, la ragazza, fa sapere la Questura, fu identificata e furono contattati i suoi genitori. Quindi, in mancanza di posto in comunita’ di accoglienza, d’accordo con il Tribunale dei Minori, si precisa ancora, venne affidata ad una persona che si era offerta di prendersene cura, perche’ la ragazza non poteva essere trattenuta oltre dal momento che la sua situazione non prevedeva alcuna misura detentiva. Nel frattempo gli inquirenti milanesi, attraverso il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, ribadiscono che “il premier non e’ indagato”.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano, vede indagati al momento il direttore del Tg4 Emilio Fede, l’agente dei vip Lele Mora e il consigliere regionale lombardo del Pdl Nicole Minetti.
Si sarebbero adoperati, secondo l’accusa, nell’organizzazione di feste ‘a luci rosse’, anche nella residenza del premier ad Arcore.
Il favoreggiamento della prostituzione, dunque, e’ un tema centrale di indagine, al quale si affiancano gli accertamenti sulla telefonata Palazzo Chigi-Questura. In Procura oggi si sono susseguite riunioni e incontri tra investigatori e pm. La linea e’ sempre quella del massimo riserbo, ma trapela un elemento: l’inchiesta sul ‘caso Ruby’, nata, secondo quanto spiegato da un inquirente, “dopo l’intervento della volante” quel 27 maggio, potrebbe essere scaturita proprio da quel ‘rilascio’ in parte anomalo, appunto per quella telefonata, che ha destato sospetti negli investigatori. E inoltre ad attendere la ragazza fuori dalla Questura ci sarebbe stata proprio Nicole Minetti.
Intanto, Emilio Fede spiega di non aver nulla a che fare con cio’ che gli contestano i magistrati: “Nulla e’ piu’ lontano da me dall’idea dell’incitamento o dello sfruttamento della prostituzione”. E su Ruby dice: “Credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi, ma non l’ho presentata io ne’ a Lele Mora, ne’ al presidente del Consiglio”.
Lele Mora, dal canto suo, preferisce il silenzio (“non ho nulla da dire”), mentre il suo legale, l’avvocato Nadia Alecci, stamani e’ arrivata in Procura per parlare con il procuratore Forno.
Nicole Minetti, invece, che e’ anche l’igenista dentale del premier, ha voluto chiarire che con la signorina Ruby “non ho rapporti di amicizia ne’ l’ho mai ospitata in casa mia”. Il lavoro dei magistrati, intanto, si concentra soprattutto sulla rilettura dei verbali e degli elementi investigativi per fare verificare altri profili di reato. Poi sara’ la volta degli interrogatori e delle testimonianze. (rainews24)

Carmelo Sorbera

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