Quando l’intolleranza viaggia per telefono
Lo scriviamo da tempo: in Italia c’è un clima che non ci piace. Gli episodi di intolleranza e di rifiuto nei confronti degli stranieri e dei diversi si susseguono a velocità allarmante. Verona, Parma, Roma, Ciampino, Castelvolturno… C’è una recrudescenza di fenomeni intolleranti che dovrebbe allarmare tutte le istituzioni. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, lo denuncia oggi un signore di Montebelluna, in provincia di Treviso.
Leggete questa lettera, scritta dal Sig. Ashraf Yacoub , pubblicata oggi da ‘la Repubblica’, nella pagina delle ‘lettere, commenti&idee’, dal titolo ‘Il mio nome straniero che autorizza l’insulto’, e fatevi un’idea.
“Mi dispiace molto – scrive il Sig. Yacoub a ‘Repubblica’ – dover comunicare un episodio spiacevole che ha mi ha turbato abbastanza. Stamane (3 ottobre) ho chiamato l’800900800 dell’Enel per chiedere chiarimenti riguardanti la mia situazione contrattuale e il rimborso che mi avevano comunicato tramite una lettera del 15 maggio scorso”.
“Purtroppo – continua la lettera – il loro operatore consulente dopo aver sentito come mi chiamo, ha manifestato subito un atteggiamento offensivo nei miei confronti, senza apparente motivo, prima dandomi inopportunamente del tu, poi rispondendomi malamente e in tono insultante, e ultimamente senza ascoltare quello che stavo cercando di spiegare e senza darmi l’informazione che richiedevo, mi ha chiuso il telefono in faccia, salutandomi sarcasticamente <<ciao, ciao>>”.
“Non so – si domanda il Sig. Yacoub – se questo signore riserva il suo sarcasmo solo a noi che abbiamo nomi e cognomi che non sono italiani, anche se da anni viviamo in Italia, studiando, lavorando, e pagando le tasse e le bollette regolarmente. Forse – conclude – dobbiamo sopportare questi episodi gratuiti di mancanza di rispetto nel nostro paese, solamente perché portiamo nomi e cognomi di origine straniera?”.
No, signor Yacoub. Nessun cittadino deve sentirsi ‘straniero’ nel mondo. Straniero è chi non conosce le regole della civiltà, chi le calpesta, chi le cancella, chi mostra disprezzo e intolleranza nei confronti degli altri. Siamo tutti cittadini, a pieno titolo, e senza distinzione alcuna, nel nostro paese, come recita la nostra Carta Costituzionale all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.