Mieli: giudizio ingiusto su Papa Pio XII
In un’intervista all’Osservatore romano, alla vigilia del 50° anniversario della morte, Paolo Mieli direttore del Corriere della Sera spiega come su Pio XII sia espresso un giudizio ingiusto.
Per Paolo Mieli il giudizio negativo nacque nel contesto della guerra fredda ed afferma: ” Per vent’anni i giudizi su Pio XII sono stati unanimemente condivisi e la comunità ebraica gli ha mostrato stima e riconoscenza. Secondo me nell’offensiva contro di lui i conti non tornano. E chiunque si accinge a studiarlo con onestà intellettuale deve partire proprio da questo. Dai conti che non tornano” e continua “Pio XII è stato un Papa in linea con la storia della Chiesa cattolica del Novecento… un grande Papa, all’altezza della situazione. È come se oggi rinfacciassimo a Roosevelt di non aver detto parole più chiare nei confronti degli ebrei. Ma come si può sindacare all’interno di una guerra e in più per una personalità disarmata com’è un Papa? La speciosità di questa offensiva nei confronti di Pio XII appare davvero sospetta a qualsiasi persona in buona fede ed è una speciosità a cui è doveroso opporre resistenza. Prima o poi ci sarà pure qualcuno che rileggerà i fatti alla luce anche delle testimonianze cui accennavo prima”. E riporta quanto scrisse un magistrato ebreo di origine tedesca, numero due della pubblica accusa al processo di Norimberga, Robert Kempner:’Qualsiasi presa di posizione propagandistica della Chiesa contro il governo di Hitler sarebbe stata non solamente un suicidio premeditato, ma avrebbe accelerato l’assassinio di un numero ben maggiore di ebrei e sacerdoti’.
La cosiddetta “leggenda nera” su Pio XII è più un caso di cattiva coscienza alimentata da libri come “Il Papa di Hitler. La storia segreta di Pio XII” di John Cornwell o “I volenterosi carnefici di Hitler di Daniel Goldhagen.