Cesare Previti è ancora iscritto all’Ordine degli avvocati
Dando seguito al saggio e antico motto: ‘A Cesare quel che è di Cesare’, a proposito dell’avvocato Cesare Previti, che l’altro ieri ha vinto la causa nei confronti del giornalista Marco Travaglio, tra le pieghe della rassegna stampa dei maggiori giornali italiani, è balzato alla nostra attenzione un articolo di cui vi diamo conto.
Cesare Previti, “…Al momento in cui questo giornale andava in macchina, risultava ancora iscritto ( http://www.ordineavvocati.roma.it ) all’Ordine degli avvocati di Roma. Alla faccia di due condanne in Cassazione. Subite non per guida senza patente, gioco clandestino o altri reati estranei alla professione, ma per aver corrotto dei giudici. Cioè il peggio del peggio per chi fa l’avvocato”. Lo scrive Gian Antonio Stella, nel suo ‘Editoriale’ su ‘Magazine’, il settimanale del ‘Corriere della Sera’, in edicola questa settimana.
“Sia chiaro – scrive Stella – del suo personale destino non ci importa nulla. Di più: gli auguriamo tutto il bene possibile, lunga vita, crociere stupende e un nugolo di nipotini che gli vogliano bene. (…) Ma dell’Ordine sì, ci importa. E il ‘caso Previti’, assieme ad altri (come quello del medico agrigentino Alfonso Lo Zito, condannato in Cassazione per voto di scambio mafioso e ancora in attività) dimostra ancora una volta come per gli Ordini esistano due sole srade: la riforma o i lucchetti”.
“Basti rileggere – continua Gian Antonio Stella – un’Ansa del 13 maggio 2006 in cui Alessandro Cassiani, presidente dell’Ordine degli avvocati romano, annunciava dopo la prima condanna di ‘Cesarone’ in Cassazione che il processo disciplinare contro il legale amico di Silvio Berlusocni era agli sgoccioli: ‘A luglio è già stata fissata la prossima udienza che sarà una delle ultime della fase dibattimentale, prima della decisione finale’. Sono passati due anni e mezzo, da allora. (…) Ma l’Ordine? – si chiede Stella in conclusione del suo articolo – A cosa serve, l’Ordine”.