Ritorna il ‘salvamanager’ in un DL, firmato anche da Tremonti
Non sempre, ciò che non piace, scompare del tutto. Il ‘salvamanager’ ricompare alla Camera, nonostante le promesse del Ministro Tremonti dell’8 ottobre scorso – “o si ritira il provvedimento o mi dimetto” – quando il Senato approvò un emendamento al decreto Alitalia che escluse la sanzioni peneli previste dal reato di bancarotta per tutte le aziende dichiarate insolventi, ma non fallite (in primis, Cirio, Parmalat e, ovviamente, Alitalia).
Capitolo chiuso? Manco per sogno. Il 2 ottobre scorso, alla Camera, è arrivato un disegno di legge delega firmato anche da Giulio Tremonti che annuncia addirittura due strade per salvare i manager oggi sotto processo a Roma e Milano. Da un lato, priomette di abbassare la pena massima per la bancarotta “tra gli otto e i dodici anni”, premessa utilissima per far crollare la prescrizione del reato sotto i dieci anni. Dall’altro, ripete che il reato di bancarotta non si applica ai dirigenti di aziende insolventi ma non fallite, se non quando sono falsi gli atti che preludono a quell’insolvenza.
Il testo è stato già assegnato alle Commissioni Giustizia e Attività Produttive.