“Gelli? Odeon Tv ci ripensi: così si sdogana l’eversione”
L’INTERVISTA – Massimo Donadi, presidente dei deputati dell’IdV, è seriamente preoccupato. “La piega che sta prendendo la questione democratica nel nostro Paese – dice – deve allarmare tutta l’opposizione”. Il ritorno sulla scena mediatica di Licio Gelli è l’ultimo tassello di un mosaico impazzito. “Sembra non esserci limite alle vergogne nazionali, ora ci ritroviamo anche a sdoganare l’eversione con Licio Gelli…”.
Allora, torna Licio Gelli?
“Purtroppo pare proprio di sì, in un Paese dove sembra non esserci limite alle vergogne nazionali ci ritroviamo anche a sdoganare l’eversione con Licio Gelli. Noi speriamo che ‘Odeon Tv’ ripensi alla sua scelta e si renda conto dell’assoluta inopportunità di dare spazio ad una persone che rappresenta una delle pagine più brutte della storia italiana”.
Lei pensa davvero che Berlusconi, come dice Gelli, sia il continuatore del Piano della P2?
“Noi lo stiamo ripetendo dal primo giorno di questa Legislatura. L’attacco alla Magistratura e l’attacco all’autonomia e all’indipendenza dei mezzi di informazione costituiscono due delle tappe che nel Piano di rinascita democratica stavano alla base di quell’indebolimento della democrazia e del rafforzamento autoritario di un potere governativo che era al centro del piano di Gelli e di cui Berlusconi è, a tutti gli effetti, l’erede politico”.
Dice Travaglio: “Gelli in Tv non è poi uno scandalo… In Parlamento siedono alcuni ex iscritti alla P2”. Cosa fa più scandalo oggi agli occhi degli italiani?
“Purtroppo, lo scandalo, così come ogni aspetto della pubblica opinione, si forma attraverso i mezzi di informazione. Il problema dell’Italia, oggi, è che gli italiani non sono liberi di formarsi un’opinione, perché i mezzi di informazione riferiscono loro una visione delle cose che non è quella reale. Ha ragione Travaglio: non c’è di che sconvolgersi o stupirsi, visto che un esponente di quella stessa Loggia Massonica P2, che è stata riconosciuta come una Loggia eversiva, è oggi presidente del Consiglio e visto che, come riferisce ‘L’Espresso’ di alcune settimane fa, risulta esserci al governo un affiliato ad un clan camorristico – tale risulta dalle denunce di cinque pentiti – e quando, la settimana scorsa, l’Italia dei Valori ha presentato un’interrogazione parlamentare su questo, il governo ha risposto che, in effetti, è una cosa molto grave, ma non che ci sia probabilmente un camorrista al governo, ma che ‘L’Espresso’ si sia permesso di riferire fatti che riguardano un processo in corso. L’Italia è un Paese dove oramai la questione etica e il rapporto tra etica e politica è stato completamente stravolto”.
Informazione, Politica, Magistratura, Sindacati: i quattro capisaldi del Piano di Rinascita della P2 che pericolo corrono?
“Sono tutti punti realizzati. Sull’informazione, basta leggere ciò che ha scritto il ‘The Financial Times’, secondo cui in Italia c’è lo stesso livello di libertà dei mezzi di informazione di quella che c’è in Nord Corea, per rendersi conto della gravità. La Magistratura, inoltre, è continuamente oggetto di una guerra. Basta vedere ciò che sta succedendo, giorno dopo giorno, nel nostro Paese, dove oramai anche gli enti intermedi, come i sindacati, sono oggetto di una continua azione di delegittimazione. Per quanto riguarda la politica, poi, proprio questo governo, con la sistematica azione di depotenziamento del ruolo del Parlamento – questo è un governo che legifera solamente attraverso i Decreti Legge e le Fiducie – toglie ogni potere intermedio tra l’esecutivo e i cittadini. Il Parlamento, la Magistratura e tutti gli organismi intermedi sono stati completamente delegittimati. Resta solo il governo di una persona, che governa più attraverso il controllo dei mezzi di informazione che attraverso la bontà della propria azione politica. Per cui, siamo ben oltre il Piano della P2”.
Donadi, come sta la democrazia italiana?
“E’ messa malissimo. Per ora possiamo parlare di una crisi profonda che riguarda il livello e la qualità della democrazia. Non dimentichiamo che l’attuale premier in campagna elettorale disse che Vittorio Mangano era un eroe… mandando così un chiaro segnale alle cosche mafiose. Per fare in modo che questo rischio non degeneri ulteriormente è importante che le opposizioni tengano alto il livello di attenzione e di allarme, perché, altrimenti, fra qualche tempo, in gioco ci sarà la democrazia stessa del Paese”.