UE – Misure anticrisi
Unione europea avanti in ordine sparso. Ecco alcune soluzioni anti-crisi che si delineano nei vari governi. Per i britannici è allo studio l’abbassamento dell’aliquota IVA dal 17,5% al 15%, per sostenere i consumi, anche se è stato “erroneamente” pubblicato su internet un documento del Governo che innalzava l’IVA di un punto al 18,5%, documento successivamente smentito.
Alla soluzione di Brown sono contrari i conservatori, convinti che le misure allo studio aumenteranno, in futuro, la pressione fiscale.
La soluzione del taglio generalizzato dell’IVA non è la risposta scelta dalla Germania della Merkel e sembra neanche della Francia. Secondo il ministro dell’economia francese Christine Lagarde, infatti, “quando si abbassa l’IVA, non si sa chi se ne avvantaggia”. Questi autorevoli signori stanno ancora discutendo a chi far pagare la crisi finanziaria, trascurando le ripercussioni negative che possono inevitabilmente minare la pace sociale.
Seguire l’ordine diramato in Russia o in Cina della minore tolleranza delle manifestazioni dovute alla crisi finanziaria può diventare una realtà, più o meno palese, anche nelle democrazie occidentali, ma adottare misure adeguate per il rafforzamento delle economie è la soluzione auspicabile. Se ridurre l’IVA in modo indiscriminato può essere uno strumento incontrollabile, ridurre l’imposta su alcuni prodotti specifici è sicuramente una risposta mirata a favore dei consumatori e delle imprese produttrici di tali prodotti. Oppure, inventiamo una cosiddetta “social card” e marchiamo chi è costretto ad usufruirne.