Dal Molin e quella lettera di troppo
Sulla nuova base Usa che i vicentini si esprimano è un bene e non un male.
La lettera di Silvio Berlusconi – giunta alla sede del Comune il 5 settembre, un giorno prima degli scontri tra manifestanti e polizia che hanno portato alla denuncia di sei attivisti del comitato del No – che invita il sindaco del Pd Achille Variati a rinunciare al referendum tra i cittadini indetto per il 5 ottobre, è inopportuna, oltre che sbagliata, sia nella forma che nella sostanza.
Che il popolo si esprima direttamente sulla vivibilità del proprio territorio è un diritto, sempre e comunque, ed è cosa salutare soprattutto di questi tempi, in cui la politica viene percepita dai più come ‘cosa’ lontana e distante dagli interessi dei cittadini.
Limitare, fare pressioni, o peggio ancora evitare che i vicentini possano partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano in prima persona è un pesante e grave errore, che fa a pugni con il concetto stesso di democrazia.
La lettera del premier, inoltre, è inopportuna anche nella sostanza. Il referendum su ‘Dal Molin’, infatti, non potendo riguardare argomenti come la difesa e la politica internazionale, materie di esclusiva competenza governativa, ha come quesito l’eventuale acquisizione da parte del Comune dell’area promessa e consegnata agli americani, un’area delicatissima dal punto di vista ambientale.
La missiva di Berlusconi, infine, giunge nel mezzo dell’infuocata polemica accesa sugli incidenti di ieri, con i comitati “No base”, che chiedono le dimissioni del questore, ed i comitati del “Sì”, che, invece, invocano le dimissioni del sindaco. Gli incidenti rischiano di aizzare ulteriormente gli animi e di portare ancora più in alto l’asticella dello scontro. Il presidio permanente ‘No Dal Molin’, infatti, ha messo su internet i filmati sui tafferugli e ha invitato tutti i cittadini a visionarli.
A meno di un mese dalla consultazione popolare, c’è da augurarsi che prevalga il buon senso e la responsabilità. Di tutti. Nessuno escluso.