Travaglio: “Pisanu presidente Antimafia? Non si butta via niente…”

“Riapre i battenti la commissione Antimafia. Una volta tanto non contiene pregiudicati. E, informa l’Ansa, ‘stavolta si occuperà anche del rapporto mafia-politica, anche nella stagione delle stragi politico-mafiose: capitolo completamente scomparso da anni’. Resta da capire se il probabile presidente, il forzista Beppe Pisanu, sia l’uomo giusto al posto giusto”. Se lo chiede il giornalista Marco Travaglio, in un articolo dal titolo ‘Non si butta via niente’, nella sua rubrica settimanale ‘Ora d’Aria’, sul quottidiano ‘l’Unità’.

Perchè? “Nella Prima Repubblica – scrive Travaglio – Pisanu era nella sinistra Dc, ma ebbe la carriera stroncata nel 1983, quand’era sottosegretario al Tesoro del governo Fanfani-5, dallo scandalo del Banco Ambrosiano, crocevia di P2, Ior, mafia e malapolitica. Pisanu dovette dimettersi per la sua amicizia col bancarottiere piduista Roberto Calvi, col gran maestro Armando Corona, col faccendiere Flavio Carboni (legato a esponenti della Banda della Magliana) e naturalmente con Silvio Berlusconi”.

“Vennero fuori – continua Travaglio – le gite di Pisanu, Berlusconi e Calvi sullo yacht di Carboni, anche quando il banchiere era in libertà provvisoria dopo l’arresto. Poi anche Carboni finì in carcere per la tragica fuga d Calvi a Londra. Al pm milanese Pierluigi Dell’Osso che lo interrogava nel 1982, Pisanu spiegò che Carboni era ‘un valido interlocutore per le forze politiche di ispirazione cattolica’. Un’anima pia. Il sottosegretario del Tesoro, sempre scortato da carboni, aveva incontrato quattro volte Calvi. E subito dopo, l’8 giungo 1982, aveva risposto alla Camera alle allarmate interrogazioni delle opposizioni sul mega-buco dell’Ambrosiano rassicurando che andava tutto bene: ‘Le indagini esperite (dal Tesoro) all’estero sull’Ambrosiano non hanno dato alcun esito”. Due giorni dopo, Calvi fuggì a Londra per finire appeso al ponte dei Frati Neri”.

“Nove giorni dopo – precisa il giornalista – il govenro dichiarò insolvente l’Ambrosiano, gettando sul lastrico migliaia di risparmiatori. Angelo Rizzoli racontò alla commissione Anselmi sulla P2: ‘Calvi disse a me e a Tassan Din che il discorso dell’on. Pisanu in Parlamento l’aveva fatto fare lui. Qualcuno mi ha detto che per quel discorso Pisanu aveva preso 800 milioni da Carboni”. Un’accusa mai dimostrata. Ma, per le sue frequentazioni, Pisanu fu duramente attaccato in commissione P2 dal missino Mirko Tremaglia e dal radicale Massimo Teodori. E fu costretto a lasciare il governo. Poi, sentito in commissione, ammise di avere un pò ‘sottovalutato’ la gravità di certe amicizie”.

“A metà degli anni ’90 – ricorda ancora Travaglio – dopo lunga quarantena, si riciclò in Forza Italia fino a diventare ministro dell’Interno. Nel 2004 fu di nuovo interrogato come teste, stavolta dalla Procura di Palermo, a proposito di una telefonata intercettata il 10 gennaio fra Totò Cuffaro e Berlusconi: il premier avvertiva il governatore della Sicilia indagato per favoreggiamento alla mafia che, a proposito delle indagini sul suo conto, ‘il ministro dell’Interno… mi ha parlato e mi ha detto che… è tutto sotto controllo”. A che titolo il ministro Pisanu ‘controllava’ – se il Cavaliere non millantava – notizie su un’indagine segreta di mafia e ne informava il premier? Se davvero la commissione Antimafia vuole occuparsi di mafia e politica, potrebbe domandarlo a Pisanu. Semprechè Pisanu – conclude Travaglio – non ne sia il presidente. Altrimenti dovrebbe guardarsi allo specchio e domandarselo da solo”.

Quinews

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