SanRemo e il vestito della Zanicchi del ’70

Non solo musica e parole. Sanremo è anche tendenza, glamour e griffe. Per un cantante, salire sul palco dell’Ariston, infatti, è impegnativo anche per ciò che indossa, per quel vestito scelto fra tanti e che può contribuire al giudizio complessivo della sua prestazione, perché può piacere, incuriosire, aggraziare o addirittura rovinare l’esecuzione stessa.

Di esempi se ne potrebbero fare all’infinito: da Nilla Pizzi in poi, fino ad arrivare agli anni ’80, agli anni di Anna Oxa, passando per tutte le volte (e con questa edizione sono dieci!) che Iva Zanicchi, per esempio, ha calcato il palco del Festival.

E’ proprio su un vestito che Iva Zanicchi indossò nel 1970, l’anno in cui vinse Claudia Mori e Adriano Celentano, e in cui lei arrivò terza, con la canzone ‘L’arca di Noè’, che si è aperto un vero e proprio giallo. Chi disegnò e produsse quel vestito? Iva Zanicchi, in una lunga intervista rilasciata al settimanale ‘DiPiù’, nel percorrere le sue esperienze sanremesi, riferendosi proprio a quel vestito, afferma: “Nel 1970, con un abito disegnato da Enrico Ruffini, un grande costumista della Rai, arrivai terza con ‘L’arca di Noè’, un brano di Sergio Endrigo che ancora oggi le nonne canticchiano ai loro nipotini”.

Ruffini? Manco per niente. “La Zanicchi ricorda male. Quel vestito, una tunica bianca di raso con le maniche ad ali, che quando cantava le allargava a mo di gabbiano, l’ho disegnato io… guardi ho ancora le bozze dei disegni…”. Lo stilista Manfredi Nardi, socio del fu allora atelier ‘Franco&Manfredi”, non ci sta e ci tiene a precisarlo.

“Quell’anno – ricorda Manfredi, che ha vestito tra l’altro Gigliola Cinquetti, Barbara Bouchet, Daniela Bianchi e Catherine Spaak – Iva Zanicchi indossò due miei vestiti: il primo, quello raffigurato su ‘DiPiù’ di questa settimana, la Zanicchi lo indossò nella prima serata, e un secondo, bianco a vita alta, con lo spallone e le maniche tutte ricamate a fiamme grigie e bianche. Andai io stesso a Sanremo a portarle quei vestiti…”.

“Conobbi Iva Zanicchi – ricorda lo stilista – l’anno prima, nel 1969. Venne da me per commissionare gli abiti di quel Sanremo e ricordo che in quell’occasione le prestammo un vestito per ‘Canzonissima’. Era un abito in chiffon nero, trasparente, con i bordi, alle maniche e all’orlo, di piume di struzzo”.
“Mi farebbe piacere – conclude Manfredi – che la Zanicchi correggesse quanto da lei affermato nell’intervista, se non altro per correttezza nei confronti di chi ha lavorato per lei in quel periodo… Un lavoro, peraltro, nemmeno saldato. Ma di questo, lei, non ha nessuna colpa…”.

Quinews

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