Ddl Sicurezza e “lavoro nero”

Ecco, con l’approvazione del Ddl Sicurezza, il capolinea del binomio leghista: immigrazione clandestina, uguale, mancanza di sicurezza per i cittadini. Quello che è stato un caposaldo del programma elettorale della Lega Nord è stato portato a termine, e la comunicazione continua e costante durante questo anno del Governo Berlusconi e del Ministro Maroni in particolare dei continui inasprimenti nei confronti degli immigrati stranieri si è attuata.
Se all’inizio era stata “l’emergenza” rom nelle grandi città “combattuta” con procedure identificative, anche mediante la documentazione delle impronte digitali di “tutti” coloro che abitavano gli insediamenti autorizzati e non, sgonfiata la bolla, dopo qualche censimento e qualche sgombero d’insediamenti abusivi, tutto si è lentamente assopito, con i riallestimenti a poca distanza dei campi abusivi, il ritorno alle tensioni d’intolleranza nelle periferie e l’endemica mancanza d’integrazione sociale e culturale, fa comodo così.
Contenti dei progressi ottenuti come Governo si è andati ad offrire “danaro” concordando un “accordo” con colui che è stato considerato un sostenitore e promotore del terrorismo internazionale, Gheddafi, permettendo contemporaneamente alle sue finanze di penetrare di nuovo nell’economia italiana da protagonista, e così dopo gli anni della FIAT adesso la Libia è dentro UNICREDIT, e preme sottolineare come nell’anomalia tutta italiana, UNICREDIT è proprietaria di una consistente quota del capitale della Banca d’Italia.
In ultimo si è evitato di far diventare i medici o i presidi degli “attori” di denuncia per gli immigrati irregolari, ma non si può rinunciare alle ronde dei cittadini, con una conseguente delega della sicurezza istituzionale, e la possibilità di trattenimento fino a 6 mesi nei centri d’identificazione e d’espulsione. Tutta la serie di respingimenti di immigrati”paganti biglietti” ma non “tasse per lo sbarco” di questi giorni, sono una premessa ad una serie di “soluzioni”, come l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno per l’accesso a servizi e documenti, vietando, di fatto, l’accesso agli irregolari a servizi come la scuola, diminuendo le protezioni riconosciute a livello internazionale per i minori.
Naturalmente il “lavoro nero” che prospera in tutta Italia e che è una delle principali finalità dell’immigrazione clandestina non viene minimamente preso in considerazione dalle politiche d’intervento del Governo, anzi la sensazione è di un alleggerimento delle ispezioni e dei controlli, l’opportunità che offre il nostro mercato coinvolge non solo gli immigrati che arrivano dal mediterraneo, che poi sono una minima parte, ma molte etnie, come i cinesi nel tessile, i romeni, adesso nella comunità europea, nell’edilizia, i nordafricani,  dello Sri Lanka o Bangladesh, nel piccolo commercio e poi lavori stagionali nell’agricoltura, badanti per i nostri anziani,….

Aggiornamento:

LAVORO NERO: 24 ARRESTI E 136 DENUNCE NEL CENTRO ITALIA
(AGI) – ROMA, 14 mag. – Vasta operazione contro il fenomeno del caporalato e del lavoro nero nelle regioni Lazio, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria: 24 persone arrestate e 136 denunciate per reati che vanno dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina allo sfruttamento del lavoro nero. L’operazione, conclusa alle prime luci dell’alba, e’ stata disposta dal Comando Interregionale Carabinieri “Podgora”, d’intesa con la Direzione Generale per l’attivita’ ispettiva del Ministero del Welfare, e ha portato a 1.558 servizi di controllo e all’identificazione di circa 7000 persone; 82 stranieri, che durante i controlli sono risultati non in regola con il permesso di soggiorno, sono stati proposti per l’espulsione dal territorio italiano. Nel corso dell’attivita’ sono state anche riscontrate 405 violazioni amministrative connesse allo stato di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro.

Carmelo Sorbera

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *