Un bastone per amico

Autore Ernesto Cicinelli

É un elogio all’amicizia. Sin dal titolo. Ernesto Cicinelli, con questa sua opera prima, racconta, descrive e immagina – tra passeggiate, avventure, escursioni e voli di fantasia – momenti di vita quotidiana trascorsi in compagnia dei suoi cari e dei suoi amici a Ca’ Berardino di Palcano, nelle Marche, dove nel 1988 ha comprato casa e dove, partendo da Riano (Rm), periodicamente, va per rilassarsi e ritemprarsi, stando a contatto con la natura.

Il libro è un susseguirsi di flash, istantanee e avvenimenti scattati dall’autore in presa diretta. É come un film di avventura, scritto a capitoli indipendenti l’uno dall’altro ma armoniosamente e strategicamente tenuti insieme dal desiderio di rivelare, in cui la peripezia, l’imprevisto e il caso diventano l’occasione per riferire al lettore le magnificenze di un bastone, che solo “a prima vista” è “un comune bastone”. Dal momento del suo ritrovamento, avvenuto “in una circostanza disperata” per l’autore, questo pezzo di legno assume le sembianze della penna con cui il Cicinelli annota e scrive di tutto e di più: esso diventa il punto di appoggio di ogni sua iniziativa, ha un non so che di prodigioso e incredibile, ha poteri salvifici, quasi sovrannaturali. Roba forte, da non credere.

Le oltre 150 pagine del libro, quindi, toccano anche punte di incredulità, mista a sorpresa, incanto e meraviglia, laddove la narrazione di cose terrene lasciano spazio anche alla creatività e alla genialità trascendentale dell’autore. Come quel giorno in cui insieme a moglie e figlia, al Cicinelli, nel tratto di strada tra Gubbio e Cantiano, gli si prospetta un viaggio sul pianeta Zeta. O come quella volta in cui il Cicinelli, insieme a tre suoi amici, decidono di esplorare la grotta degli abissi. In ambedue i casi l’intervento del “bastone per amico” sarà provvidenziale.

L’originalità dell’autore, pagina dopo pagina, sta proprio in questo incessante e continuo gioco di specchi: realtà e immaginazione. Non si capisce mai se l’una e l’altra stanno in piedi per incantesimo narrativo o per strategia tecnica. É lo stesso Cicinelli, infatti, sin dalla prima pagina del libro a mettere al corrente il lettore, a mo’ di stimolo, di un interrogativo che lo spiazza già in partenza, quando tutto, ma proprio tutto, deve ancora svilupparsi e addivenire. Con buona pace della sorpresa e del disincanto, quello che permette anche ad un semplice bastone di diventare il protagonista indiscusso, e suo malgrado, di un libro.

Chissà se ci sarà un sequel e chissà se questo bastone, a lungo andare, un domani, senza spazio e senza età, non diventerà un amico in carne ed ossa con cui fare quattro chiacchiere, davanti ad un boccale di birra, magari “seduti al tavolo ricavato da una fetta tagliata dal tronco di un grosso faggio”, lì nello splendido paesaggio di Ca’ Berardino, luogo dove persino l’orologio sembra aver lasciato il tempo al suo ospite inatteso ma tanto tanto gradito.

Un bastone per amico
Ernesto Cicinelli
Seneca Edizioni
2011, pag. 160

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Italo Arcuri

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