Il nuovo “Golfo Persico”

La marina militare turca sta seguendo con attenzione l’evolversi degli accordi tra i greco-ciprioti, l’Egitto e il Libano nella ricerca di petrolio nell’area del mediterraneo orientale temendo un danno per gli interessi della Turchia e non negando che le tensioni potrebbero trasformarsi in un nuovo conflitto.
L’area è diventata un nuovo “Golfo Persico” con l’inizio del funzionamento dell’oleodotto BTC (Baku-Tbilisi-Ceyhan). L’ oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan costruito recentemente ed adibito al trasporto del petrolio estratto dal giacimento petrolifero del Mar Caspio fino alle coste del Mar Mediterraneo, prende il suo nome dalle tre città principali che attraversa, l’oleodotto è dotato di 8 pompe e ha una lunghezza complessiva di 1.776 km (il secondo più lungo del mondo, dopo l’Oleodotto dell’Amicizia che si snoda tra la Russia e l’Europa per circa 4.000 km), si estende in Azerbaigian per 440 km, poi nella Georgia per 260 km e infine in Turchia per 1.076 km, è in grado di trasportare un milione di barili al giorno e può contenerne complessivamente più di 10 milioni, la velocità di movimento del petrolio all’interno dell’oleodotto si aggira circa sui 2 metri il secondo.
Il costo totale è stato di 3.600 milioni di dollari americani ed è stato così ripartito:
BP plc (Regno Unito): 30.1%
State Oil Company of Azerbaijan (SOCAR) (Azerbaigian): 25.00%
Chevron (USA): 8.90%
Statoil (Norvegia): 8.71%
Türkiye Petrolleri Anonim Ortaklığı (TPAO) (Turchia): 6.53%
ENI/AGIP (Italia): 5.00%
Total (Francia): 5.0%
Itochu (Giappone): 3.4%
Inpex (Giappone): 2.50%
ConocoPhillips (USA): 2.50%
Amerada Hess (USA) 2.36% (wikipedia)
L’interessamento di tutto l’occidente è del tutto evidente, non da meno quello d’Israele.
Esiste un progetto Israelo-Turco, che si collega al BTC, e consiste nell’esportazione del petrolio e gas del Caspio usando Israele come rotta di passaggio attraverso il Mar Rosso per dirigersi verso l’India e l’Estremo Oriente. Israele avrebbe il compito di proteggere il corridoio Ceyhan-Ashkelon-Eilat. Questo dirottamento del petrolio e del gas dell’Asia Centrale attraverso il Mediterraneo Orientale, il Mar Rosso, verso l’India e l’Estremo Oriente stravolge i rapporti consolidati tra i paesi produttori e i partner commerciali, inclusa Cina e India. Allo stesso tempo, questo progetto ridimensiona il ruolo della Russia in Asia Centrale e taglia la Cina dalle risorse della regione. La presenza di militari israeliani in Georgia prima dell’intervento russo, in almeno due basi viene inquadrato anche nell’ipotesi di un attacco di Israele all’Iran da una posizione alternativa.
La visita di Olmert a Mosca e la “faccenda” degli S300 russi all’Iran, l’appoggio della Russia che finanzia e difende militarmente due regioni separatiste come l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, in conflitto con la Georgia, quando il bottino di guerra è più verosimilmente il BTC e la Georgia è solo una pedina, sono altri elementi di un difficile contesto da interpretare.
Le dichiarazioni della marina turca rilasciate dal comandante in seconda, l’ammiraglio Metin Atac, alla rivista Havacılık ve Savunma (Difesa e l’aviazione) che manifestano le preoccupazioni sopra citate, non lasciano tranquilli. Se il mediterraneo orientale per trasporto ed estrazione di gas e petrolio è diventato un nuovo “Golfo Persico” non deve ineluttabilmente seguire il destino del conflitto perenne.

Carmelo Sorbera

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