Eluana, la difesa cita il Vangelo: “Lasciatela morire”
“Ho riletto in questi giorni, nel Vangelo di Giovanni, l’episodio del risveglio di Lazzaro…”. L’avvocato di Eluana Englaro, Vittorio Angiolini, ieri, durante l’udienza in Corte di Cassazione, ha citato un passo del nuovo Testamento per chiedere di rigettare il ricorso del procuratore generale di Milano e autorizzare il distacco del sondino naso-gastrico che tiene in vita Eluana.
“Prima e al momento del risveglio di Lazzaro – ha spiegato l’avvocato – Gesù si rivolge al Padre dicendo, ‘Grazie di avermi esaudito’. Parole che dimostrano che neanche Gesù, come uomo, può disporre della vita altrui”. E se per la Chiesa cattolica che si oppone alla richiesta di Beppino Englaro di interrompere l’alimentazione della figlia, questo brano di Giovanni potrebbe dimostrare l’indisponibilità della vita umana e dunque essere portato a sostegno della tesi del non intervento, per Angiolini prova che “anche i medici devono avere l’umiltà di riconoscere i limiti della propria azione”. Un’azione che, secondo Angiolini, non potrà portare alla reversione dello stato vegetativo di Eluana.
Angiolini nel suo intervento ha anche spiegato come, contrariamente a quanto chiesto dal procuratore di Milano, la dimostrazione di irreversibilità dello stato della Englaro non possa arrivare attraverso una “constatazione positiva”. Si può arrivare a quella conclusione invece “su base probabilistica” o attraverso la constatazione che non ci sono, allo stato attuale, cambiamenti nel quadro clinico della donna.
“Una constatazione positiva di irreversibilità – ha continuato il legale – è un accertamento che si può fare solo dopo la morte. Il procuratore di Milano ci chiede un accertamento perenne, che non può avere mai fine”. Come ha poi aggiunto Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana Englaro, “non si può muovere dubbi sulle condizioni di Eluana, sono tali da sedici anni. E’ ora di lasciarla morire come chiede suo padre”.
Secca la replica del Vaticano: sospendere l’idratazione e l’alimentazione in un paziente in stato vegetativo è una mostruosità disumana e un assassinio: lo ha detto all’ANSA il presidente del Pontificio consiglio per la Salute, il cardinale Javier Lozano Barragan, in attesa della sentenza della Cassazione.